Siria: iniziato il countdown. Tre giorni di ferro e fuoco?

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Emma-BoninoDi Salvo Barbagallo

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Secondo fonti di stampa americana da domani, giovedì 28 agosto, gli Stati Uniti, con l’appoggio di alcuni Paesi amici (Gran Bretagna e Turchia) daranno il via all’operazione “punizione” contro Assad colpevole di avere usato contro la popolazione inerme gas nervino. Il piano d’offensiva contro la Siria, sempre secondo i mass media USA, prevederebbe una serie di attacchi limitati quale rappresaglia per l’uso di armi chimiche: questi attacchi potrebbero essere lanciati a partire da domani. Lo ha detto alla Nbc una fonte governativa statunitense che avrebbe dichiarato che l’offensiva avrebbe la durata di “tre giorni con raid limitati nell’obiettivo e mirati a mandare un messaggio al regime di Damasco”. Secondo quanto riportato dal “Washington Post”, l’attacco dovrebbe avere una funzione deterrente, mantenendo però gli Stati Uniti estranei alla guerra civile in atto. L’attacco prenderebbe di mira obiettivi militari non direttamente legati alle armi chimiche.

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L’Italia, ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino, non prenderebbe attivamente parte a operazioni decise al di fuori del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, mentre fonti del governo – secondo agenzie stampa nazionali -hanno spiegato che Roma non concederà l’uso delle basi militari sul territorio nazionale per eventuali operazioni in Siria senza l’avallo dell’Onu. Non sappiamo se quanto dichiarato dalle “fonti” governative possa corrispondere a realtà, dal momento che diverse installazioni militari USA sul suolo italiano sono “autonome”. La base di Sigonella è autonoma anche se l’installazione militare è sotto comando italiano: Sigonella è, infatti, Naval Air Station della Sesta Flotta USA, al suo interno sono schierati, in numero imprecisato, “Global Hawk”, i droni “MQ-1 Predator”, utilizzati in particolare per individuare gli obiettivi e dirigere i bombardamenti dei caccia della coalizione a guida Nato. Un accordo di massima per la trasformazione di Sigonella in “principale base operativa” del sistema AGS era stato raggiunto a Cracovia il 19 e 20 febbraio 2009, durante il vertice dei ministri della difesa della NATO. L’AGS (Alliance Ground Surveillance) è un nuovo sistema di sorveglianza terrestre, e il suo centro di comando e di controllo verrà installato nella base siciliana di Sigonella. La Naval Air Station di Sigonella, insomma, è la punta avanzata USA (e NATO) nel Mediterraneo: la sua attività, appunto, è autonoma. Lo stesso discorso, comunque, vale per le altre basi statunitensi di supporto o di comunicazione sparse nel territorio siciliano.

Per dirla in poche parole, tutto l’apparato militare USA in Sicilia sarà (o è) impegnato nell’operazione contro la Siria, così come è accaduto in occasione dell’attacco alla Libia per abbattere Gheddafi. Il “No” dell’Italia alla partecipazione bellica contro Assad se non c’è la “copertura” dell’ONU, è solo una “questione” politica dal momento che (tutte) le basi americane in Italia dipendono dal Governo USA e non certo dal Governo italiano. La “ospitalità” concessa dal nostro Paese agli Stati Uniti indubbiamente è “qualcosa” di più, e nessuno lo può negare, come ha dimostrato il “caso MUOS”: gli accordi bilaterali Italia-USA vanno rispettati!

Dunque anche per Sigonella e per le altre basi americane in Sicilia è iniziato il “count down”: tutto sta a vedere l’entità dell’impegno di queste basi nella pianificazione della “tre giorni” anti-Assad. E’ proprio domani, giovedì, che l’amministrazione Obama renderà noto il rapporto dell’intelligence americana che proverebbe la responsabilità del regime di Assad nell’uso di armi chimiche: questo è quanto riporta il “Washington Post”. Il report è uno degli ultimi passi prima di una decisione da parte del presidente Obama su un possibile attacco contro la Siria. La tempistica di un eventuale attacco dipende dal rapporto, dalle consultazioni ancora in corso con gli alleati, oltre che dalla sicurezza degli esperti dell’Onu che stanno indagando in Siria.

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