I Paesi Bassi dicono “no” allo shale

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reet-KampDi Matteo Cazzulani

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Il Governo olandese blocca per due anni lo sfruttamento del gas non convenzionale dopo il voto negativo di Laburisti e Conservator-Liberali. Le troppo basse profondità la motivazione della contrarietà allo shale.

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Filo occidentali in politica estera, filorussi in quella energetica. Nella giornata di venerdì, 20 Settembre, il Governo olandese ha annunciato il congelamento della decisione sull’avvio dello sfruttamento del gas shale per due anni.

Come riportato dall’agenzia UPI, il Ministro degli Affari Economici, Henk Kamp, ha dichiarato che l’Esecutivo dei Paesi Bassi necessita di più tempo per esaminare i possibili rischi ambientali che lo sfruttamento dello shale può produrre nel territorio olandese.

Il parere negativo sullo sfruttamento dello shale è stato formulato dopo che il Partito Laburista -PvdA, partner della coalizione di Governo del Partito della Libertà e della Democrazia -VVD, la forza politica conservatrice-liberale del Premier Mark Rutte e del Ministro Kamp- ha assunto una posizione contraria al gas non convenzionale.

A motivare la contrarietà del Parlamento olandese è stato un rapporto tecnico che ha evidenziato come, nei Paesi Bassi, i giacimenti di shale si trovino in profondità inferiori rispetto ad altri Stati che sfruttano regolarmente il gas non convenzionale, come USA e Gran Bretagna.

Delusa è stata la reazione della compagnia britannica Cuadrilla, che ha ottenuto il permesso di effettuare esperimenti per appurare la possibilità di sfruttare lo shale in territorio olandese.

Festeggiano, invece, alcune comunità locali, e, sopratutto, alcuni giganti dell’industria che, come la Heineken e la Vitens, hanno contrastato lo sfruttamento dello shale nei Paesi Bassi.

Gli olandesi fanno un favore a Putin

Con la rinuncia allo shale, i Paesi Bassi si pongono tra i pochi Stati dell’Unione Europea che hanno posto una moratoria sullo sfruttamento del gas non convenzionale, come Bulgaria, Francia e Repubblica Ceca.

Gran Bretagna e Polonia hanno avviato sperimentazioni per lo sfruttamento dello shale, Romania, Ungheria, Lituania, Danimarca, Belgio, Svezia, Portogallo, Austria e Grecia hanno espresso parere favorevole, mentre Spagna, Italia e Germania hanno accolto con favore la possibilità di importare gas non convenzionale dagli USA.

La decisione del Governo olandese di non sfruttare lo shale implementa la dipendenza dell’Europa dal gas della Russia, a cui i Paesi Bassi sono legati dal Nordstream.

Questo gasdotto è stato realizzato ad hoc dal Cremlino sul fondale del Mar Baltico per aggirare Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, e, grazie al sostegno politico anche di Paesi Bassi, Francia e Belgio, rifornire di 55 Miliardi di metri cubi di gas all’anno direttamente la Germania.

La dipendenza energetica dalla Russia nello scenario olandese va controcorrente rispetto all’atteggiamento dei Paesi Bassi in politica estera.

Come sottolineato dal Segretario di Stato USA, John Kerry, sempre venerdì 20 Settembre, prima di un’incontro con il Ministro degli Esteri olandese, Frans Timmermans, i Paesi Bassi hanno sempre supportato i rapporti trans-atlantici e il rispetto dei Diritti Umani nel Mondo.

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