Ignoranti sentimentali sembra essere la condizione propria di una settore sempre più ampio di individui che hanno rinunciato alla loro qualità di essere umani o più esattamente di persona. Lo si comprende leggendo il romanzo della scrittrice e giornalista Diana Alessandrini. L’uomo, nelle definizioni dei filosofi e per propria costituzione esistenziale, oggi, non è più un animale sociale, e neppure razionale. Basti dire del principialismo di T.L. Beauchamp e L.F. Childress per un verso e delle dottrine del Neoutilitarismo per altre ragioni.
I protagonisti di Ignoranti sentimentali sono i prototipi di questa congerie di individui che non riconoscono la propria umanità né quella di chi gli sta accanto. Una società di automi ipertecnologici, con la sola capacità di sentire piacere e dolore. Esseri con l’unico scopo di misurare e accumulare per sé quanto più piacere possibile, rifiutando categoricamente il dolore. Ecco allora come possono trovare posto nella società descritta da Diana Alessandrini individui come Fabrizio e Domiziana la cui relazione ricade piuttosto nell’ordine del mesmerismo che in quello dell’amore vero e proprio. Il sogno di Domiziana di dare l’abbrivo a una nuova vita nascente si scontra con l’ignoranza di Fabrizio e con la propria. A Domiziana tuttavia spetta il compito di trasformare l’estremo gesto insipiente da lei stessa autonomamente compiuto in un atto di vero amore, creando, da autodidatta, un’autentica relazione d’amore e di cura.
Massimiliano Magnano
Diana Alessandrini
Edizioni Opposto
Roma 2013
pp. 230 – € 15,00