Grazie al contributo di 5 giovani Carabinieri, i militari della Compagnia di Gravina di Catania hanno arrestato, ieri sera, Angelo Magni, pregiudicato, affiliato clan mafioso “Pillera – Cappello” e M.D. per i reati di porto e detenzione di arma clandestina, minaccia grave e lesioni personali. Teatro della vicenda, il Casello autostradale di San Gregorio di Catania dove si erano appostati i due soggetti, nell’area parcheggio, in attesa che arrivasse la moglie di M.D. – di ritorno dal lavoro – con l’obiettivo di chiarire alcuni comportamenti.
Poco dopo le 20.00, è giunta nel piazzale antistante il casello la donna, a bordo di un’autovettura condotta da un amico. Neanche il tempo di accostare il veicolo che è scattata l’aggressione. I due malviventi sono piombati addosso alla macchina e hanno cominciato ad inveire contro gli occupanti. La donna è stata prima presa per i capelli e poi tirata fuori dall’auto dove è stata picchiata e malmenata dal marito, mentre Magni ingaggiava una colluttazione con l’amico della vittima e, in quei frangenti concitati, avrebbe esploso un colpo di pistola all’indirizzo della vettura, senza colpire nessuno.
A pochi metri da loro, erano presenti 5 Allievi Carabinieri della Scuola Allievi di Reggio Calabria – in permesso per il fine settimana, che, avendo udito le urla della donna e capendo che si stava consumando una feroce aggressione, hanno deciso, senza esitazione, di intervenire. Allertato prontamente il dispositivo d’emergenza 112, i giovani militari, con coraggio e ferma determinazione, hanno prima disarmato e bloccato l’uomo che pochi istanti prima aveva esploso il colpo di pistola e immobilizzando il marito della vittima, scongiurando più gravi conseguenze.
La pistola con matricola punzonata, che aveva ancora il colpo inserito nella camera di cartuccia, è stata subito recuperata e sequestrata. Poco dopo, sono giunte altre pattuglie del pronto intervento che hanno ammanettato i due individui dichiarandoli in stato d’arresto. Per i due malcapitati, fortunatamente solo qualche escoriazione, mentre padre e figlio sono stati condotti presso il carcere di Piazza Lanza così come disposto dall’Autorità Giudiziaria e dovranno rispondere dell’accusa di minaccia grave, porto e detenzione di arma clandestina e lesioni personali.