Così vengono eliminate le Province siciliane

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trinacriaDi Guido Di Stefano

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Ed è così che vengono eliminate le province siciliane, per essere sostituite da costituendi liberi consorzi di comuni, come recita dall’origine lo Statuto della Regione Siciliana.

Nelle more dell’emanazione di norme e regolamenti esecutivi, utili ed  indispensabili al “trapasso”, i “commissari” (emanazioni dirette del supremo potere centrale) si assidono sui vuoti scranni prima occupati da meri organi elettivi.

Si attende il perfezionamento della epocale riforma promesso ed assicurato entro la fine dell’anno fatale. C’è da rimanere in paziente attesa fino al 31.12.2013.

Certamente, però, non si può starsene immobili. Sicchè con deliberazione commissariale n. 6 del 25 settembre 2013 viene approvato il nuovo testo dello statuto della Provincia regionale di Caltanissetta, di certo non sconosciuta ai lettori. Detta provincia all’art. 1 è costituita dall’aggregazione in libero consorzio degli stessi comuni della vetusto e “cessato” organismo. Tra l’altro, a seguire, in essa sono previste le elezioni degli organi istituzionali come per legge; ed all’art. 102 sono contemplati la possibilità e gli effetti dell’entrata in vigore di nuove leggi in materia.

Fugge via senza novità per le province il 31.12.2013 e, mentre qualcuno incomincia ad ipotizzare liberi consorzi ad  ambito ex-provinciale (!),  al sole del 10.01.2014 ci viene offerto il supplemento straordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 2, recante la pubblicazione dello statuto della Provincia regionale di Caltanissetta.

E’ senz’altro un ottimo documento, validissimo e per certi versi costruttivamente in contro-corrente: siamo dell’idea che molti vertici (pronti a massacrarci più che a guidarci) dovrebbero studiarlo, memorizzarlo, interpretarlo e applicarlo nei ruoli di competenza con le opportune trasposizioni.

Le nostre perplessità sono altre:

  1. La tempistica è stata dettata da  inderogabili obblighi di legge?
  2. Si instaureranno i nuovi assetti prima di nuove elezioni?
  3. Quale sarà la “configurazione territoriale” dei futuri liberi consorzi?

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