Si parla, si disserta, si predica, si dogmatizza sulla “trasparenza” della pubblica Amministrazione. Non passa giorno in cui dai vertici non piovano suggerimenti, direttive, ordini in merito: tutto deve essere immediatamente accessibile al pubblico mediante la tempestiva pubblicazione dello stesso tutto (e di più) nei siti informatici istituzionali. Tutto, proprio tutto quello che “producono” i comuni mortali.
Così capita che dopo giorni di sospiri, pianti, recriminazioni e rimproveri (al commissario dello Stato), con sonanti squilli di tromba viene annunciata la pubblicazione della finanziaria (e del bilancio) nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
Giornata fatidica il 31.01.2014: viene pubblicata la GazzettaUfficiale della Regione Siciliana – Parte I n. 5, dove sono indicati:
1) Supplemento ordinario n. 1 – LEGGE 28 gennaio 2014, n.5. Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014. Legge di stabilità regionale.
2) Supplemento ordinario n. 2 – LEGGE 28 gennaio 2014, n. 6. Bilancio di previsione della Regione siciliana per l’anno fanno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
3) Supplemento ordinario n. 3 – (assessorato della salute) DECRETO 18 dicembre 2013 …omissis..
Abbiamo consultato, ricercato, esplorato per giorni e, incredibile, nel sito internet istituzionale della Regione Siciliana – Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana- Parte I – Normativa non si trova traccia del “Supplemento ordinario n. 2”: e già volge al termine il giorno 07 febbraio 2014, come da “schermata”.
Strano, molto strano: nessuno parla. Forse è una manifestazione degli effetti collaterali della “circolare del silenzio” diramata da un solerte dirigente generale e “pubblicizzata” da vari organi di stampa?
E soprattutto nessuno paga. Forse lo “spartito” del bilancio è troppo ponderoso o si è in attesa di miracolo? Ci sfugge forse qualcosa?
Magari ci sbagliamo. Sì, senz’altro è un vetro così trasparente da risultare invisibile.
Però in un diverso contesto civile non sarebbe successo, perché niente è marginale nella società umana e in democrazia.
Chissà!