Predicare bene e razzolare male è un detto comune che spiega come le parole a volte non corrispondano ai fatti.
In Crimea si stanno vivendo momenti drammatici che possono sfociare in qualcosa che nessuno si augura. La comunità internazionale reagisce, molti magari non sanno dove sta la stessa Crimea e quale è la sua storia e la vera ragione che ha portato la situazione quasi a un punto di non ritorno. Anche l’Italia ha preso posizione, si è già tenuto un vertice tra il premier Matteo Renzi e le ministre della Difesa e degli Esteri, rispettivamente Roberta Pinotti e Francesca Mogherini e al termine con una nota di Palazzo Chigi si apprende “Il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili“.
Nulla da eccepire, ma il pensiero corre veloce alla Sicilia, a Niscemi dove sabato scorso la protesta contro il MUOS è sfociata in disordini con tanto di feriti e contusi. Siamo sempre stati convinti che le proteste non portano a nulla anche quando sono sacrosante, ma c’è da chiedersi come mai il premier Matteo Renzi e soprattutto chi lo ha preceduto nell’importante ruolo di guida del Governo non abbiamo mai, dicasi mai speso una sola parola per la “sovranità violata” della Sicilia, anzi hanno fatto il possibile per alimentarla. È vero, in Sicilia non ci sono carri armati ma truppe “armate” e molto bene sicuramente. Ci sono i marines, ci sono installazioni militari statunitensi da far paura, vedi Sigonella, Augusta e quant’altro si sconosce. Ci sono i droni, i velivoli senza pilota che non sappiamo quale armamento abbiano che vi volano costantemente sulle teste, c’è il MUOS ormai in fase finale di realizzazione. In questo caso la “sovranità” non è stata “violata”: è vero, ci sono accordi sottoscritti tra Governi – quello italiano e quello americano – che sanciscono la presenza straniera “armata” e quindi nessuno (nessun italiano o siciliano che sia) ha il diritto di protestare. In fondo ci scandalizziamo e temiamo solo le altrui “sovranità violate”, per quelle di Casa nostra non “dobbiamo” profferire parola…
Così è, se vi pare…
Solo che a noi…non ci pare.