E’ il 7 marzo 2014 quando nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana – Parte I n. 10, emanato dall’assessore per l’Agricoltura – lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea, fa la sua apparizione il DECRETO 14 Febbraio 2014: Istituzione del coordinamento per il contrasto alla contraffazione, alla sofisticazione alimentare e all’agropirateria, la tutela della salute dei consumatori, la salvaguardia delle produzioni certificate del comparto agricolo della Regione siciliana e delle imprese agricole e commerciali.
Agli obbligatori e doverosi “visto” per lo Statuto e tredici tra leggi e decreti vari seguono i “considerato” e “ritenuto” e gli articoli decretati che testualmente esponiamo:
“Considerato che la contraffazione e la sofisticazione alimentare costituiscono fenomeni in continua crescita, che incidono in misura rilevante sullo sviluppo economico e sociale e che attirano sempre di più l’attenzione delle mafie;
Considerato che sono necessarie nuove azioni di prevenzione e contrasto, a partire dai territori, con la collaborazione dei comuni, volte a promuovere la cultura della legalità e della prevenzione e ad incoraggiare la costituzione di nuclei investigativi specializzati presso le forze di polizia municipale;
Considerato che negli incontri svolti il 29 novembre 2013 a Catania, presso la sede del comune, sul ‘Contrasto alla contraffazione e le proposte per il territorio” e il 6 dicembre 2013 a Palermo, presso la Presidenza della Regione siciliana, per l’avvio di un tavolo di coordinamento delle azioni volte a garantire la sicurezza dei mercati, la salute dei consumatori e i diritti delle imprese, è emersa con forza la necessità di coordinare le azioni di contrasto, prevenzione e repressione dei fenomeni della contraffazione, sofisticazione alimentare e agropirateria, facenti capo a tutti gli enti e istituzioni che operano nel territorio siciliano;
Ritenuto di dover adottare azioni conseguenti per una più integrata ed efficace azione di lotta al fenomeno della contraffazione e sofisticazione alimentare, di tutela della salute dei consumatori, di salvaguardia delle produzioni certificate del comparto agricolo della Regione siciliana, in applicazione di quanto disposto dal D.P.Reg. n. 150/2013;
A’ termini delle vigenti esposizioni;
Decreta:
Art. 1
Per le motivazioni esplicitate in premessa, è istituito,presso l’Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione siciliana, il coordinamento per il contrasto alla contraffazione, alla sofisticazione
alimentare e all’agropirateria, la tutela della salute dei consumatori, la salvaguardia delle produzioni certificate del comparto agricolo della Regione siciliana e delle imprese agricole e commerciali.
Art. 2
Il coordinamento è così composto:
– Ufficio italiano brevetti e marchi – Direzione generale per la lotta alla contraffazione del Ministero dello sviluppo economico;
– Dipartimento dell’agricoltura dell’Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione siciliana;
– Dipartimento regionale dell’ambiente – Assessorato del territorio e dell’ambiente della Regione siciliana;
– Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico – Assessorato della salute della Regione siciliana;
– Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
– Istituto zooprofilattico sperimentale (I.Z.S.) della Sicilia “A. Mirri”;
– Istituto regionale vini e oli di Sicilia (I.R.V.O.S.);
– Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) –
Area sicurezza, infrastrutture e protezione civile;
– Comando regionale della Sicilia della Guardia di finanza;
– Corpo forestale dello Stato in Sicilia – Servizio CITES territoriale;
– Corpo forestale della Regione siciliana;
– Corpo della polizia municipale di Palermo;
– Corpo della polizia municipale di Catania.
Gli uffici sopra elencati comunicheranno i partecipanti al coordinamento.
Il funzionamento e l’organizzazione del coordinamento saranno assicurati dall’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, che delegherà un responsabile.
Palermo, 14 febbraio 2014.
CARTABELLOTTA
Il coordinamento di cui al decreto (composto da autorevoli e competenti istituzioni e ben rappresentato) si è insediato il 19 marzo 2014 per dare responsabilmente inizio al gravoso mandato decretato all’articolo 1).
Tutto bene, allora?
Per la tempistica di attivazione: sì.
Per la composizione: sì.
Nella formulazione del mandato o dei compiti: abbiamo qualche perplessità. Riteniamo infatti che l’articolo 1) ponga alla stessa strega (volgarmente si direbbe che mette nello stesso calderone) chi è sempre vittima con chi a volte proprio vittima non è, imponendo ai componenti una missione molto ardua e forse praticamente impossibile.
Per capirne meglio i contenuti abbiamo innanzitutto cercato il significato che gli operatori danno al termine agropirateria: “Agro-pirateria è la contraffazione di un prodotto alimentare attuata sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche”; insomma è una frode “più frode” con pesanti danni non solo economici ma anche di immagine, di intelletto, di cultura eno-gastronomici.
Aggiungiamo poi la complicazione che in queste nostre martoriate terre possono legalmente entrare e circolare (per superiori imposte disposizioni e con “precisi” vincoli) tanti ma tanti “prodotti” agricoli dei paesi “rivieraschi” e non rivieraschi, che possono “perdere” le proprie origini, così girovagando.
Noi avremmo suggerito di individuare con precisione matematica i “tutelandi”, accertato che gli agricoltori “centro-nordici” in un passato “recente” hanno già trovato da recriminare su qualcuno dei nostri tutelandi: le vittime indiscutibili sono i consumatori e quelli che sudano sulla terra e dietro il bestiame; gli altri con riserva di verifica.
Ma vogliamo essere ottimisti: ci auguriamo di sbagliarci, che non si tratti di una missione impossibile per chi deve operare.
Intanto speriamo di non dovere “scoprire” (mai più in futuro) che in confezioni nostrane che offrono ai consumatori odori-colori-sapori delle nostre terre sono presenti oli di colza o di soia o altre cosucce non consoni alle nostre culture e colture “agricole”; e che sia resa veramente obbligatoria la dichiarazione di provenienza degli ingredienti, specialmente quello base.
Neanche nei tempi tristi della guerra venivano consumati certe economicissime sostanze alimentari: perché da noi inesistenti.
Confidiamo nell’onestà di intenti del legislatore e nelle intemerate capacità degli esecutori: per il nostro bene, per il bene delle nostre terre, della nostra meravigliosa Sicilia.