Regione siciliana: desertificazione “produttiva”

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800px-A19_uscita_Palermo-PortoDi Guido Di Stefano

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Si dibatte tanto sul mutuo da un miliardo di euro da contrarre a carico dei contribuenti che con una comoda rateazione trentennale provvederanno ad onorarlo. I cittadini avranno l’onore e l’onere di “contribuire in toto” con l’aliquota IRAP e l’addizionale IRPEF.

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Abbiamo frugato un poco nei siti istituzionali per scoprire i livelli di dette imposizioni: tutti ne lamentano l’esosità straordinaria (avallata da fior di leggi studiate dai soliti economisti non-economisti) quindi la ricerca era d’obbligo.

E leggete cosa abbiamo scovato:  nel sito dell’Assessorato dell’Economia – Dipartimento Regionale Finanze e Credito riposa il “comunicato aliquote IRAP e addizionale all’Irpef – anno d’imposta 2013”.

Bene! Sorvoliamo sull’elenco di commi, articoli, leggi in esso comunicato citati e veniamo ai numeri di pubblico interesse. Citiamo testualmente: 1) “… l’aliquota ordinaria IRAP per l’anno d’imposta 2013 è del 4,82%, fatti salvi comunque i regimi di esenzione, ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. b) della L.R. 2 maggio 2007 n. 12. …omissis…” 2) … “l’aliquota complessiva dell’Addizionale regionale all’Irpef vigente in Sicilia, con decorrenza dall’anno d’imposta 2011, ai sensi del combinato disposto delle norme sopracitate, è dell’1,73% (1,40% + 0,33%) che, in assenza di ulteriori modifiche legislative, trova applicazione anche nell’anno d’imposta 2013”.

Abbiamo riletto i giornali on-line.

La lettura degli articoli e dei commenti è stata molto istruttiva.

Abbiamo ritrovato le conferme al destino del predetto mutuo. Ma il “top” è in due commenti dei lettori-cittadini-contribuenti bene informati dei fatti:

a)   un commento-lettera-denuncia (con paternità in chiaro) di un ex imprenditore dove, tra l’altro, si accusa il legislatore di “desertificazione produttiva” e si ipotizza nell’operato superiore l’interesse privato; e si riserva tutte le necessarie ed opportune azioni di legge;

b)   un commento con cui viene “segnalato” un prestito “sanitario” statale  di due miliardi ed ottocento milioni di euro,da estinguere  dal 2008 e in trenta anni con modeste rate annue di 187 milioni di euro.

Chissà perché abbiamo l’impressione che da circa dieci anni in Sicilia succede tutto ed il contrario di tutto, mentre nelle luminose eppure tetre stanze del potere si aggirano figure ingiustificate nei ruoli, nelle competenze, nella gestione.

Chissà perché da circa dieci anni o poco più i nostri presidenti  si appellano e fanno appellare “governatore”, accettando o forse incoraggiando questa definizione che alla luce dello Statuto e della Costituzione è “riduttiva del ruolo”

Non vogliamo pensare che la Sicilia ha patito, patisce e patirà per l’azione preordinata e predeterminata di oscuri registi: ci attenderebbe la miseria più nera!

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