Complotti “made in USA”

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tim_geithner1Di Valter Vecellio

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Giulio Andreotti, impegnato su un doppio fronte – a Palermo si doveva difendere dall’accusa di essere colluso con la mafia, a Perugia di essere tra i mandanti del delitto del giornalista Mino Pecorelli – un certo giorno se ne uscì sostenendo che il “colpo” veniva da oltre Oceano. Dagli Stati Uniti, insomma. Da chi gestiva Tommaso Buscetta; o, come allora qualcuno insinuò, da chi aveva voluto inibirgli il Quirinale? Poi qualcosa si deve essere aggiustato, perché Andreotti di oltreoceano non parlò più, sostenendo di aver appurato che quel “pensiero” non aveva fondamento.

napolitano_berlusconi01gPur non essendo pistaiolo e “complottista” e tantomeno dietrologo, il dubbio che gli “americani” abbiano combinato qualcosa, non mi sento di rubricarlo tra le non poche “fantasie” di cui quelle vicende sono ricche.  E forse non c’è alcuna relazione (o forse sì?). L’episodio torna in mente ad apprendere del possibile complotto Ue-Usa ai danni di Silvio Berlusconi, anticipato dal libro di Alan Friedman  “Ammazziamo il Gattopardo”, e in queste ore esploso in seguito alle dichiarazioni dell’ex segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner.

Cosa grave, se dovesse risultare vera, e non accettabile, per quanta poca simpatia si possa avere – e chi scrive non ne ha affatto – per Berlusconi. Al tempo stesso, nulla di sorprendente, che una delle due o tre massime potenze mondiali abbia operato, e probabilmente operi ancora come si dice e si sospetta.

Per paradosso ci sarebbe da porsi qualche domanda se così non fosse, se così non fosse accaduto.  Non solo gli Usa, non solo in e per l’Italia. Un tempo si diceva “sovranita’ limitata”. Ma per non precipitare completamente in quel cinismo pure sgradevole e inconcludente, si può dire che quella urgenza al diritto alla conoscenza e, magari, perfino alla verità da perseguire e conquistare, trova ulteriore conferma?

Ps: l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, finito in prigione con l’accusa di aver favorito l’ex parlamentare berlusconiano Amedeo Matacena, condannato definitivamente per collusioni con la ‘ndrangheta calabrese e ora latitante a Dubai, varcando la soglia del carcere romano di Regina Coeli pare abbia detto che un giorno gli si dovrà chiedere scusa come si è fatto con Andreotti. Vedremo. Meno male, comunque, che questa volta ci è stato risparmiato il richiamo/paragone al povero Enzo Tortora.

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