Il conto definitivo delle vittime, secondo quanto comunicato dalla Malaysia Airlines, è di 298 vittime, fra cui 15 membri dell’equipaggio. A bordo parecchi turisti che erano saliti a bordo ad Amsterdam diretti a Kuala Lumpur. Fra le vittime 23 malesi, 154 olandesi, 27 australiani, 23 statunitensi, 9 britannici, 4 francesi. La Farnesina conferma che non risultano italiani a bordo del volo maledetto.
Secondo Vladimir Putin il volo MH17 sarebbe stato abbattuto da un missile terra-aria delle forze armate ucraine. Intanto Eurocontrol, l’agenzia per il controllo del traffico aereo a cui aderiscono 39 Paesi europei, ha decretato la chiusura dello spazio aereo dell’Ucraina orientale ai voli civili fino a nuovo ordine.
Convocata per venerdì 18 luglio una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Il missile che avrebbe colpito il Boeing 777 Mh17 sarebbe stato lanciato dal sistema “BUK” e si tratterebbe di un Gadfly. Si tratta di una classe di missili terra-aria sviluppati dall’Unione Sovietica e dalla Federazione Russa per abbattere qualsiasi oggetto volante, da un aereo a un drone fino a una distanza di 30 Km e in altezza fino a quota 24.000 metri (il Boeing viaggiava a quota 10 mila). Il sistema denominato in codice Nato SA-11 “Gadfly” (Tafano) è trasportato su lanciatori quadrupli montati su sistemi semoventi cingolati. È entrato in servizio nell’attuale versione nel 1980. Le autorità di Kiev accusano i separatisti di aver usato il Gadfly per abbattere il jet ma i filorussi negano di possedere tali missili. Uno di questi sistemi delle forze armate di Kiev potrebbe esser stato schierato anche in Crimea (o nelle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk) e potrebbe essere finito, quindi, in mano ai filorussi.
Certamente non è un sistema invisibile ai satelliti e questo potrebbe aiutare a capire, volontà politiche permettendo, l’effettiva dinamica di questa ennesima tragedia dei cieli.