Sono quasi le 16.00 del 19 giugno. Il calore si disperde da poltrone in finta pelle e magliette non traspiranti d’adolescenti che hanno reso la sala congressi un forno. “Peggio dei treni!” commenta una tizia squittendo. La gente si assiepa lungo una striscia di corridoio in prossimità del palco, come ai concerti. Quel che è peggio è che non solo occupa, prenota. “Tienimi libero quel posto!” urla una ragazza al ragazzo, che le restituisce lo sguardo allibito. “Posso?” sente subito chiedere da una vocina alle sue spalle, l’indice puntato a terra. “Occupato” risponde.
Vero bagno di folla per Giulio Scarpati e Paola Cortellesi, protagonisti arcinoti della televisione italiana. Sembrano una vecchia coppia in viaggio su di un camper sconquassato: ogni occasione è buona per punzecchiarsi. L’incontro risulta nel complesso rilassato e divertente. Il quadro si compone di un allegro Mario Sesti al centro, da un lato Scarpati, sguardo languido e occhi blu, e dall’altro Cortellesi, pimpante e spigliata. La folla adorante la galvanizza, rendendola se possibile ancora più loquace. Le bianche braccia lunghe e snodabili fendono l’aria in un saluto. Dal pubblico qualcuno si sgola: “Sei bellissima!”. Paola si sbalordisce, sorride.
Dopo aver discusso su chi deve sedersi dove, e le fiere proteste di Paola, a cui è toccata la sedia più lontana da Sesti, si incomincia. Prima domanda: quando è cominciato tutto?
“Subito dopo il liceo, tanti…” esordisce Paola, tossicchiando un sottilissimo e fulmineo “venti” nel mezzo “..anni fa. Primo ingaggio, sei mesi di tournée con una battuta!” Pausa eloquente e smorfia esasperata. Dalla sala si sollevano risolini sparsi. Giulio: “Io non dico l’anno per paura, ma erano gli anni 60 ed ero bambino”. “Ah e c’era già il cinema?” prova Paola a sollecitare un botta e risposta, che Giulio ignora: “Il momento in cui ho detto “ce l’ho fatta” è stato nel 1988, con “Orfani”. Ho fotografato la locandina per poi spedirla ad amici e parenti, ero orgoglioso!”.
Sulla scoperta della sua vena umoristica Paola scherza: “Io ho fatto il classico, studiavo tragedie. Non avevo idea che si potesse far ridere!”. “Non facevi l’imitazione della prof di scienze?” s’informa Sesti. “No, d’italiano” sbuffa lei “..ma erano stupidaggini”. Non proprio, perché fu grazie alla naturale verve comica che un giorno, a teatro, vedendola scherzare nei dietro le quinte, le venne proposto di recitare un monologo allo storico Teatro dell’Orologio di Roma. Lì fu notata e cominciò a lavorare per la televisione, e ad avere successo.
Da qui parte in quarta in un elogio dell’incredibile trio Marchesini, Lopez, Solenghi, e di “una televisione italiana bellissima, che avevamo e che possiamo ancora avere”. Cosa c’è che non va adesso? “Manca il varietà, ne avevano uno assolutamente meraviglioso!”. La Cortellesi liquida così l’argomento. Dal canto suo Scarpati, occhioni bigi da bambino introverso e sguardo perennemente compenetrato, non spiccica parola. Si va avanti. Prossima domanda: quale emozione si prova ad andare in scena? Scarpati dichiara: “Panico. La paura è benzina, se pensi sia tutto facile il pubblico non lo coinvolgi”. Ci si chiede anche come cambi “il modo a seconda del mezzo”, per due attori abituati sia al cinema, che alla televisione, che al teatro, e cosa fare per evitare l’etichetta. “Al diavolo i puristi per cui se fai televisione non puoi fare teatro, o rischi di essere televisivo, e al contrario di essere teatrale!” s’accende la Cortellesi. “Quello che mi piace del cinema” aggiunge Scarpati “è che al cinema puoi far vedere un pensiero”. Anche se poi, ride, rivedendosi, ricorda più quelli che erano i suoi pensieri, anziché quelli del personaggio!
Sul suo lavoro nelle fiction tv, dal successo con “Un medico in famiglia”, passando per “Cuore”, fino al più recente “Fuoriclasse 2”, Scarpati commenta: “La tv ha una capacità di racconto fortissima. Sul set di “Un medico in famiglia” ad esempio, bastava che mettessi un giocattolo dentro la borsa da lavoro di Lele, perché il pubblico gli riconoscesse subito quel ruolo di padre”.
Gli intervistati chiacchierano per un’oretta circa, inframezzando banalità di piacevoli ricordi e simpatiche confessioni. Scarpati ammette di essere scaramantico: “Raccolgo chiodi storti su tutti i palcoscenici d’Italia: un chilo e mezzo di ferro che potrebbe essere utile in caso di guerra..!”. La Cortellesi adopera invece uno scioglilingua portafortuna di parolacce sublimato dal “merda” finale (tappa obbligata per un attore!), che però non vuole recitarci “perché di una volgarità inaudita!”. Svela in compenso che da bambina il fratello le faceva vedere Woody Allen: così la piccola respirava l’umorismo! Film preferito ai tempi: “Una pallottola spuntata”. Si vede l’influenza di Woody, altro che principesse Disney!
Arriva poi il momento della domanda di rito riservata all’ospite di sesso femminile, quasi un gesto di cavalleresca cortesia! Povero Mario Sesti, seppur ottimo giornalista e rinomato critico cinematografico, ricade questa volta nel cliché tutto maschile, del voler capire che tipo di donna ha davanti, e compie una gaffe madornale. A sentirsi chiedere se preferisca essere “vezzeggiata o maltrattata” la Cortellesi sgrana gli occhi. Stringe le labbra in un’espressione di puro sconcerto, interrompe e solleva le mani: “No..” comincia a gesticolare “Maltrattata sinceramente no. Gli do due schiaffoni casomai, se gli va bene!”. Il pubblico, in larga parte femminile, applaude ed esulta. “Vezzeggiata…” continua con una faccina di puro disgusto “No, direi proprio di no”. E’ la ripresa del fanatico “Che c’avete là sotto, un treno?” di Benigni alla Carrà, e sono contenta che Paola abbia saputo cosa rispondere. Si prosegue a parlare di cinema: tecniche attoriali.
“Guardo intorno e lascio che la realtà mi ispiri. Prima imparo la parte a memoria”. “Un po’ scolaretta eh” punzecchia Scarpati, con tanto di sorrisetto demoniaco. La stoccata di Paola non si fa attendere. Il ruolo che ti manca? Paola entusiasta risponde Riccardo III di Shakespeare nel dramma omonimo: un ruolo maschile ma a teatro tutto è possibile! Giulio, meditabondo: “Un folle”. A quel punto ecco Paola: “Non fatevi ingannare dalla faccina da eterno bravo ragazzo… è fuori di testa!!”. La sala dà in un boato irriverente e ride anche il diretto interessato.
Miglior qualità per un attore? Il trasformismo, secondo Paola. Non essere mai superficiale, per Giulio. Mai innamorati sul set? Paola fa una smorfietta colpevole: “E’ capitato una volta e ce l’ho ancora in casa!”. L’attrice è infatti sposata dal 2011 con Riccardo Milani, regista, conosciuto sul set de “Il posto dell’anima”.
Ora via alle domande dal pubblico! Una ragazzina bionda non si capacita come mai Scarpati abbia abbandonato “Un medico in famiglia”. “Lele metteva in un angolo Giulio” risponde, mimando una scena alla dottor Jekyll e mr. Hyde. La ragazza lo guarda sbattendo gli occhi imbambolata: “Quindi non lo farà più?”. Un mormorio canzonatore si solleva dal pubblico. “No” risponde Scarpati con calma “ma se per te è così importante.. parliamone!”
L’incontro finisce. Fans appostati, a destra e a sinistra, che lentamente s’erano avvicinati di piccoli passetti al centro del palco, stanno per lanciarsi. Mario Sesti ci anticipa: “Adesso assisterete ad uno scontro tribale”. Si salvi chi può!