2014: da ricordare solo le parole di Papa Francesco

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papa-francescoDi Salvo Barbagallo

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Questo 2014 che se ne va (così come altri anni che lo hanno preceduto) andrebbe messo subito nel dimenticatoio per le tante e tante nefandezze che nel suo corso si sono registrate. Troppi avvenimenti che sarebbe meglio cancellare e non archiviare, oppure metterli in costante evidenza per contribuire a non farli ripetere. Alla persona comune non è dato il potere di cambiare le cose, quelle poche facoltà che possiede non sono in grado di spostare una sola virgola dalle decisioni che altri, al suo posto, prendono quotidianamente sia sul piano globale che in quello limitato di un territorio. ’ un’amara constatazione, forse molto banale e scontata, ma va comunque espressa, anche nella consapevolezza che è ben poca cosa. E il “destino” non c’entra, ed è l’Uomo che fa il suo “destino”, non forze superiori imponderabili. E l’Uomo, a quanto pare, in questo momento è fin troppo oppresso da piccoli e grandi problemi che diventano quasi impossibili da gestire.

Questo 2014 ormai agli sgoccioli ha presentato una realtà che sembra chiudere una prospettiva di pace e solidarietà, sia sul livello generale, che sul livello nazionale o locale. Dalle piccole e grandi guerre che si combattono ogni giorno da qualche parte del mondo, al malcostume dilagante costellato da scandali, corruzioni e violenze: il tornaconto di lobby o personale sembra prevalere sugli interessi comuni e l’indifferenza si sta ponendo, in maniera allarmante, quale schermo di difesa individuale e collettiva. L’Uomo, per sua natura, si adatta a tutto, anche alle cose peggiori che è costretto a subire direttamente o a vederle accadere passivamente non avendo strumenti adeguati per reagire.

Più volte la Voce autorevole di Papa Francesco ha denunciato situazioni drammatiche. Nella messa al Sacrario di Redipuglia, papa Francesco ha condannato i “pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, gli “affaristi della guerra“, che “hanno scritto nel cuore: A me che importa?“. Qui ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre“, ha detto il Pontefice nell’omelia. “Anche oggi le vittime sono tante… – ha proseguito –. Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!“. E nel messaggio natalizio Urbi et Orbi pronunciato dalla loggia centrale di San Pietro, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero “a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia quelli prima di vede la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita, sia quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice, ai bambini massacrati sotto i bombardamenti anche là dove il figlio di Dio è nato.

Ma chi pensa ai bambini, chi pensa alla guerra, per ora lontana da casa nostra?

In questo 2014 che se ne va, in Italia dovremmo ricordare Renzi o Napolitano o Grillo e Alfano, o il PD e tutte le altre forze che, in un modo o in altro, determinano il governo di questo Paese? Ma quando mai…Eppure dobbiamo ricordarli e non dire A me che importa?

In questo 2014 che se ne va, in Sicilia dovremmo ricordare Crocetta e come viene governata l’Isola? Ma quando mai… Eppure dobbiamo ricordare.

In questo 2014 che se ne va, dovremmo ricordare i migranti disperati che cercano di sbarcare in Sicilia? Ma quando mai… Eppure dobbiamo farlo non solo perché la solidarietà non può morire insieme a loro, ma per ricordare quanti sulla loro pelle hanno (e continuano) a speculare e ad arricchirsi.

In questo 2014 che se ne va c’è da chiedersi: “Cosa resta da fare agli Uomini di buona volontà?”. Non certo assistendo passivamente e limitandosi a essere testimoni di un tempo che con molta probabilità sta raggiungendo il suo momento finale.

Forse qualcuno è convinto di potere dominare il caos, quasi fosse un dio: noi  non lo crediamo possibile.

Così è, se vi pare…

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