A Vienna lunedì scorso è stato presentato un interessante studio effettuato dal “Natural Resources Defense Council” di Washington e dall’austriaca “Zentralstalt fur metereologie und geodynamic” tendenti a simulare le conseguenze di una catastrofe nucleare che dovesse verificarsi in una delle basi aeree militari d’Europa. La città scelta per la simulazione è stata Aviano che ospita un’infrastruttura militare italiana utilizzata dall’aeronautica militare statunitense. Nella base ha sede il 31st Fighter Wing dell’aeronautica militare statunitense, a sua volta parte dell’USAFE (United States Air Forces in Europe). Una installazione militare di primaria importanza: un rapporto statunitense – non smentito, né confermato dalle competenti autorità USA e italiane – indica che nella base di Aviano, secondo il concetto NATO di condivisione nucleare, sarebbero conservate 50 bombe atomiche B61-4 di potenza variabile tra 45 e 107 chilotoni. Lo studio di simulazione elaborato dal “Natural Resources Defense Council” e dalla “Zentralstalt fur metereologie und geodynamic” prevede, nel caso di un possibile “preavviso” e di “protezione” adeguata alla popolazione, 82mila vittime: 26mila morti per l’esplosione e 56mila feriti provocati dalle conseguenze delle radiazioni. Nel caso in cui nessun avvertimento fosse possibile dare, allora il numero delle vittime salirebbe conseguenzialmente: 234.500 morti, per la maggior parte feriti dai devastanti effetti della nube tossica che si verrebbe a creare.
La notizia della presentazione di questo studio è passata quasi inosservata: l’abbiamo “individuata” sul quotidiano “Il Giornale”.
Aviano è una cittadina di poco più di novemila abitanti: se lo studio austro-statunitense riporta la previsione di 234.500 vittime appare chiaro quanto possa essere ampia l’area che potrebbe essere interessata a una simile catastrofe. Non sappiamo se lo studio venga riferito a un attacco esterno (straniero) alla base militare di Aviano, oppure se sia riferito a un “incidente” di chissà quale natura verificabile all’interno dell’installazione.
Un problema e una eventualità che non riguardano noi, abitanti della Sicilia? Sicuramente…
In Sicilia, è vero, ci sono svariate basi militari nelle quali si “appoggiano” le forze aeree statunitensi, la più importante è Sigonella.
Sigonella è una “Station”, e forse molti credono che sia una “stazione climatica”, un luogo dove vengono a soggiornare (in vacanza) i militari americani che operano nell’area del Mediterraneo: chi ha mai detto che a Sigonella potrebbero essere custoditi ordigni nucleari? Mai nessuno potrebbe ipotizzare una cosa simile: le autorità locali (militari e no) ne sarebbero sicuramente a conoscenza. La conferma che Sigonella non costituisce alcun pericolo, alcun rischio per la collettività etnea è data dalla grande serenità che le autorità hanno nei confronti della vicinissima installazione militare (italiana o americana che sia). C’è da dire, anzi, che militari statunitensi (gruppetti di otto/dieci persone) vengono spesso a Catania per dare una mano a pulire giardini pubblici, piazze e scuole, forse per supplire alle carenze della pubblica amministrazione. E questa attività (periodica) sembra l’unico legame che il capoluogo ha con gli stranieri d’Oltreoceano.
Peccato che (forse…) le cose stiano in maniera diversa.
Senza entrare in dettagli, basti dire che Sigonella è la più attrezzata base logistica in appoggio alla 6ª Flotta americana nel Mediterraneo. Il primo aprile del 2004, la Defense Logistics Agency (DLA) istituì il “deposito della Difesa” Sigonella Italy nell’area NAS II per servire come base di rifornimento per il Mediterraneo.
Il CeSI (Centro Studi Internazionale) così parla di Sigonella:
“A seguito della fine della Guerra Fredda, e del conseguente mutamento delle esigenze operative, la parte americana di Sigonella ha perso la caratteristica di base dedicata esclusivamente al supporto di unità della Marina Americana, per trasformarsi in un’installazione destinata al più generale sostegno delle operazioni delle diverse forze armate statunitensi nel Mediterraneo. In particolare, oggi il ruolo di Sigonella si sta ulteriormente trasformando nel contesto delle operazioni americane e NATO con gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) Global Hawk stanziati permanentemente nella base e con la presenza di altri APR .
Attualmente le unità statunitensi permanentemente basate a Sigonella comprendono:
- il Comando della Naval Air Station (NAS) che dipende operativamente dal Comandante di US Naval Forces Europe (USNAVEUR);
- un’unità aeronavale (Patrol Squadron Detachment) della Marina Militare Americana equipaggiata con velivoli tipo P-3 Orion per lo svolgimento di compiti di pattugliamento marittimo;
- distaccamenti relativi agli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) di tipo RQ-4B Global Hawk dell’Aeronautica Militare Americana, il cui rischiaramento permanente è stato autorizzato nel settembre 2010;
- la SP MAGTF 12 (Special Purpose Marine Air-Ground Task Force 12) dei Marines, unità specializzata nell’addestramento e supporto logistico destinata ad operare esclusivamente nell’ambito di tre missioni in territorio africano: African Union Mission in Somalia (AMISOM); African Contingency Operations Training and Assistance (ACOTA) e Trans-Sahara Counterterrorism Partnership (OEF-TS). L’autorizzazione allo schieramento di questa unità è stata ottenuta a livello politico nel 2011.
La Difesa Italiana ha concesso un’autorizzazione temporanea allo schieramento di ulteriori assetti americani nella base di Sigonella. Nello specifico si tratta di 6 APR MQ-1 Predator, velivolo da ricognizione che in alcune sue versioni può eventualmente essere armato, alcuni ulteriori velivoli P-3 Orion AIP da pattugliamento marittimo e velivoli cargo C-130 Hercules con il relativo personale di supporto logistico”.
In realtà cosa rappresenti veramente Sigonella (e le svariate altre basi sparse nell’Isola) per la collettività etnea, per tutti i Siciliani non è ben noto perché nessuno (dicasi mai nessuno) si è degnato di informare chicchessia.
E dunque noi, con grande serenità, diciamo “bombe atomiche a Sigonella? Ma quando mai! Non diciamo fesserie!… E chi pensa il contrario, smentisca pure.”
Così è, se vi pare…