Califfato alle porte di Sicilia e tragedie dei migranti

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isisDi Salvo Barbagallo

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Mentre con l’assistenza agli immigranti in Italia c’è chi si è arricchito e forse ancora si arricchisce, il Mediterraneo “produce” nuove vittime: una nuova tragedia a sud di Lampedusa, 18 cadaveri recuperati a bordo di un gommone alla deriva dalle motovedette della Guardia di Finanza, e soccorsi 76 disperati, uno dei quali in gravi condizioni, dalla nave della Marina militare “Etna”. Il gommone si trovava nelle acque del Canale di Sicilia, a nord di Tripoli ed è stato raggiunto grazie ad una segnalazione effettuata da un peschereccio alla Guardia Costiera. Altri duecento immigrati sono stati salvati dalle navi militari “Cigala Fulgosi” e “Driade”. Si apre in questo modo l’agenda dell’operazione europea “Triton”, dopo la conclusione di quella italiana “Mare nostrum”. Sono morti e sopravvissuti che non fanno notizia, quasi fossero invisibili. D’altra parte, e nonostante il clamore dei mass media, non destano stupore neanche gli scandali: da Milano, a Venezia, a Roma sin giù in Sicilia. Certo è, statisticamente parlando, che il numero dei “cosiddetti” scandali è salito vertiginosamente dal centro al nord Italia e la Sicilia è passata in seconda o terza linea. Ma tant’è, per il premier Renzi tutto va bene, anche per il suo partito: un commissariamento qua, una tirata d’orecchie là. Ci sono problematiche più importanti, principalmente europee, quelle italiane? Si risolvono in Parlamento e in Senato, dove passa tutto ciò che viene proposto. Sempre sulle spalle del cittadino che, ovviamente, non ha voce in capitolo.

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C’è qualche quotidiano (“Il Giornale”) che lancia un grido d’allarme sull’Isis, nella speranza che qualcuno lo raccolga: “Ora è ufficiale: il Califfato è ad un passo dall’Italia. E pregiudica, qualsiasi nostra presenza economica e politica in Libia. Anzi l’ex colonia, cruciale per i nostri interessi strategici ed energetici, è ormai pronta a trasformarsi in una Somalia mediterranea”.  Il Califfato? E’ una nuova pietanza? Un gioco televisivo? Quanto è grave questo problema del “Califfato” e della Libia, a un tiro di schioppo dalle coste siciliane? Il Governo italiano tace, ha messo la “sordina” su questa delicata situazione che dovrebbe essere abbinata a quella del perenne flusso di migranti che entrano in Europa servendosi della porta di servizio della Sicilia. Anche gli americani, afferma Il Giornale, “sembrano comunque aver tutto l’interesse a minimizzare la presenza di uno Stato Islamico arrivato in Libia grazie alla destituzione del Colonnello Gheddafi”. E il quotidiano continua: “Una situazione ben nota ai nostri servizi, al nostro ministero degli Esteri e al premier Matteo Renzi, informato sugli avvenimenti libici qualche giorno prima della visita a Roma del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sissi dello scorso 24 novembre“.

Indubbiamente a fronte di questo pesante tipo di situazione ci sono le vicende interne, le ultime riguardano “La Cupola romana” e i suoi loschi affari, che vede coinvolti politici di spicco nel panorama italiano e nello stesso partito di Renzi. La Sicilia? Anche la Sicilia “politica” sta a guardare e forse si augura che scoop di tale portata non se ne abbiano a verificare. I migranti li vedono (e li accolgono) gli abitanti delle cittadine della costa occidentale nei cui porti vengono fatti sbarcare per essere condotti nei centri di accoglienza.

Rientra tutto nella “normalità” alla quale il cittadino è stato abituato da tempo.  Perché, poi, ci si deve meravigliare del profondo assenteismo elettorale? L’importante è vincere, raggiungere il quaranta per cento. Il quaranta per cento, di cosa?

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