Contestata l’Amministrazione di Randazzo

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randazzoDi Guido Distefano

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   Già da tempo alcuni residenti dello storico quartiere di S. Martino in Randazzo  lamentano la progressiva emarginazione del loro rione dal contesto “urbano”, nella crescente indifferenza dei vertici politico-amministrativi o forse come paventa qualcuno (ma speriamo non sia così) per le ripicche di alcuni.

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   Dicevamo che alcuni lamentano l’abbandono al suo lungo “tramonto” lo storico quartiere di S. Martino, quello lombardo,  quello del castello-carcere, del campanile più bello di Sicilia, nonché più tecnico ed antico (molto più antico) di Randazzo; il tutto a favore del quartiere greco (S. Nicola) e di quello latino (S. Maria).

   C’è sempre stata una certa competitività tra i tre rioni, che insieme hanno costituito la gloriosa e “graziosissima” città medievale delle tre genti, militarmente grande, racchiusa in una possente cinta muraria dalle dodici porte.  Tre genti, tre chiese, tre quartieri e, pure nella vicendevole ironia, tanta unione!

   Ma ora qualcosa si è rotto. Alla prima sagra dedicata ad un dolce tipicamente randazzese, il cosiddetto “tirrimulliru”, S. Martino è stato praticamente “escluso”, quasi fosse defunto: esistono altre specialità tipiche di Randazzo (come la “nuvoletta”, dolce già commercializzato), ma il “tirrimulliru” è un’altra cosa, è un “dolce” mistero della città con le sue origini perdute nella notte dei tempi, la sua ricetta “arcana” e semplice contemporaneamente, con questo suo nome “indecifrato”.

   Quando è troppo, è troppo: “escludere” S. Martino, dove magari è stato concepito il “tirrimulliru”! Per alcunii residenti, un oltraggio che verrà consumato in questi giorni di dicembre.

   Occorreva una risposta ed alcuni l’hanno data e noi ve la sottoponiamo: regolarmente listata a lutto.

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