Contro la Democrazia terrorismo o sabotaggio?

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attentati-tavDi Salvo Barbagallo

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Il linguaggio della politica, anche di fronte a fatti gravi, non è mai chiaro e quindi quando esponenti dello stesso Governo adoperano termini diversi (almeno nella “forma”) chi ascolta, o legge, non può fare a meno di chiedersi “ma di cosa stiamo parlando?”. Ci riferiamo all’inquietante episodio dell’attentato alla linea dell’alta velocità a Bologna, che ha messo in tilt per ore ed ore il sistema ferroviario nazionale. Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi definisce l’accaduto un “atto terroristico” mentre il premier Matteo Renzi ammorbidisce l’episodio definendolo “sabotaggio”. Dice testualmente Renzi: “Stiamo monitorando la situazione, non è il primo. Era avvenuto prima in altri punti meno impattanti, per rispetto non vogliamo rievocare parole del passato, è in atto un sabotaggio, ma stiamo approfondendo quello che è accaduto”.
Dobbiamo fare ricorso al vocabolario per “comprendere” pienamente il significato dei termini “sabotaggio” e “terrorismo”.
Per il dizionario Treccani, sabotaggio è “Azione di chi, per motivi politici o per comportamento sovversivo, attenta alla sicurezza dei mezzi pubblici di trasporto (terrestri, marittimi, aerei), oppure ostacola in vario modo il funzionamento dei servizî pubblici anche danneggiandone gli impianti, o comunque compie atti di devastazione”.
Sempre per il dizionario Treccani, terrorismo è “L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati…”.
Il termine “sabotaggio” incute meno preoccupazione di “atto terroristico”? Probabilmente a livello psicologico la parola “sabotaggio” può diventare anche sviante rispetto alla gravità di una situazione ancora non specificatamente definita in tutti i suoi contorni. C’è da aggiungere comunque, in riferimento a quanto verificatosi a Bologna, che si dovrebbe dare ragione al ministro Lupi quando afferma “…l’attacco al treno di Italo a Ostiense, a quello del Tgv a Vercelli e poi i due atti incendiari di Firenze e Bologna sono il segno evidente di un attacco di stampo terroristico che mira a creare disagi ai cittadini e tensioni sociali al solo scopo di fermare l’Italia del cambiamento…”. Non stiamo in questa sede a discutere su quel “fermare l’Italia del cambiamento” (!!!), ma siamo convinti che le azioni “terroristiche” sono il segno evidente ed eclatante di un malessere che sta scavalcando i limiti di una protesta “civile” e che questo “segnale” che si sta manifestando in questo modo dovrebbe fare riflettere chi guida questo Paese, come dovrebbero fare riflettere gli arresti del gruppo di “Aquila nera” che non dovrebbero (o dovrebbero con maggiore consapevolezza) essere spiegati come farneticazioni di esaltati che vivono in una dimensione fuori dal tempo.
E’ chiaro che la sicurezza di questo Paese è affidata a mani e menti capaci, ma riteniamo che non sia soltanto una questione di attentare alla “sicurezza”, ma a una Democrazia debole che fa acqua da tutte le parti, soprattutto da quelle “parti” che dovrebbero difenderla e rappresentarla che non sempre mostrano di agire nel rispetto della democrazia. E quanto accade nel Parlamento che dovrebbe rappresentare l’intera collettività nazionale, ne è una chiara dimostrazione.
Così è, se vi pare…

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