La storia si ripete, sembra quasi un copia/incolla.
Qualunquismo: il significato è caratterizzato da una generica sfiducia nelle istituzioni e nei partiti, come spesso viene usato con senso spregiativo nel dibattito politico.
Nel 1944 nasce un nuovo settimanale “L’UOMO QUALUNQUE”( UQ ) fondato e diretto da Guglielmo Giannini. Il simbolo che lo contrassegnava era raffigurato da un torchio che schiaccia un uomo: a descrivere come la classe politica schiaccia e opprime il piccolo.
Il successo delle pubblicazioni si noterà presto: infatti dalle 25.000 copie del primo numero si arriverà alle 850.000 in pochi mesi. Le prime pagine dei settimanali erano sempre caratterizzate da una forma di umorismo / satira piuttosto pesante. I nomi degli avversari venivano storpiati: CALAMANDREI è chiamato CACCAMANDREI, SALVATORELLI diventa SERVITORELLI , VINCIGUERRA diventa PERDIGUERRA. Sembra un copia/incolla attuale dove troviamo nomi storpiati come PSICONANO, EBETINO, RIGOR MONTIS, CAPITAN FINDUS, GARGAMELLA E MORFEO.
Lo scopo di Giannini era quello di dare voce alla gente ormai stanca dei partiti, facendo presa sugli scontenti, “caratterizzati” dal difficile dopoguerra. Il giornale viene accusato e denunciato senza esito alcuno. Mentre il neo Presidente del Consiglio viene accusato dal settimanale (oggi blog) di Giannini di essere inadeguato per la carica ricoperta. Il successo di questa iniziativa è tale che, spontaneamente, numerosi simpatizzanti si uniscono in gruppi definiti “amici dell’ Uomo Qualunque” (oggi amici di Beppe Grillo).
Giannini nel 1946 decide di fondare il suo movimento FRONTE dell’UOMO qualunque.
Il fronte dell’Uomo qualunque concepisce uno stato non di natura politica ma semplicemente amministrativa, senza alcuna base ideologica . Uno stato tecnico che funga da organizzazione di una ”folla” e non di una “ nazione”. Secondo Giannini per governare basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione (oggi una sola legislatura).
Il 2 giugno 1946 si tengono le elezioni nazionali e il movimento ottiene il 5,3% delle preferenze, mandando all‘assemblea 30 deputati. Mentre nel secondo turno delle amministrative segna il punto di massima espansione del partito.
Alcide De Gasperi, attacca duramente li movimento di Giannini. Oltre i grandi partiti anche la Confindustria si dimostra ostile al movimento dell’Uomo qualunque. Nel 1947 il movimento assume un atteggiamento più conciliante verso De Gasperi; mentre 14 deputati escono dal gruppo formando una separata Unione Nazionale, un’altra componente si scinde per confluire nel Partito Nazionale Monarchico.
Il Fronte è di fatto finito.
Guglielmo Giannini, alle elezioni politiche del 1953 si candidò nella lista laziale della Democrazia Cristiana, risultando il 12° dei non eletti.