Parliamo delle strisce della “segnaletica orizzontale”: definibili esse, le strisce, utile “invenzione” imposta dall’apparire dei mezzi gommati di locomozione e trasporto e delle conseguenti pavimentazioni stradali (più “scorrevoli” per le crescenti velocità).
Quanti messaggi del codice della strada ci trasmettono! Non stiamo certo qui ad elencarveli perché non vogliamo correre il rischio di dimenticarne qualcuno.
Soffermeremo la nostra attenzione su quelle strisce bianche longitudinali che ci accompagnano quotidianamente in ogni dove; con particolare attenzione per quelle “infinite” riportate ai limiti delle carreggiate (siano esse stradali o autostradali).
Belle, bianche, luminosa sintesi di tutti i colori della luce, di larghezza variabile (a seconda dell’importanza della strada, della velocità e del volume di traffico), visibili anche con una debole luminosità in (quasi) tutte le condizioni meteorologiche le due linee esterne determinano la sede rotabile, cioè quel nastro da mantenere sempre libero per la circolazione delle “ruote” , restando relegate le soste e fermate di emergenza in quegli spazi (ove presenti) al di là delle strisce “continue bianche”. Ed in questo senso ci sembra chiaro l’intendimento del legislatore estensore del codice della circolazione stradale e relativi regolamenti.
Ed allora le strisce blu e gialle, già riscontrate in passato tanto su strade urbane quanto extraurbane? E’ ovvio: se non sono “affiancate, confortate e corroborate” dalla lunga e continua linea bianca che esclude chiaramente dalla possibilità di circolazione quella “striscia” di strada (a vario titolo riservata) sono, a nostro avviso, viziate quantomeno da irregolarità. E magari poi non finisce qui: qualche altro regolamento locale potrebbe sancire anche le strisce verdi, rosse, violette, a pois per gli usi e riserve più disparati ma sempre senza il “visto di legittimità” della ufficiale e legittima striscia bianca.
Ah, i bei tempi, quando sulle antiche strade statale accanto alle strisce bianche esterne vennero affiancati (ad ogni buon conto) i cartelli con le scritta “banchina non transitabile”!
Ci chiediamo: cosa pensano di noi o meglio del nostro “ordine” gli altri?
Guido Di Stefano