Quanti terroristi (o presunti tali) transitano (o risiedono) in Sicilia diretti nel continente europeo? La Sicilia è la “porta naturale” per l’Europa: migliaia e migliaia di migranti hanno attraversato le acque del Mediterraneo per approdare nell’isola. Indubbiamente quasi tutti disperati, ma fra loro quanti non erano vinti dalla disperazione, con nell’animo “qualcosa” di diverso del trovare una nuova patria dove regnasse la pace? Non lo sappiamo noi, non lo sanno coloro che sono preposti per compiti istituzionali alla sicurezza del Paese.
Negli Anni di piombo la Sicilia non venne “toccata” dal fenomeno delle Brigate Rosse, ma dopo si scoprirono diversi casi di brigatisti che nel territorio siciliano avevano trovato modo di sfuggire alla caccia. Storie vecchie, alla Sicilia “Terra aperta” a tutto e a tutti, basta solo la mafia, il resto scivola come l’acqua fra le dita. I tragici eventi di Parigi e poi di Bruxelles sono stati come un pugno nello stomaco inferto con malvagità: la violenza ha risvegliato molti dall’indifferenza per azioni che sono la normalità fuori confine di casa propria. Forse le organizzazioni jihadiste hanno commesso il loro più grande errore: quello di far prendere coscienza e conoscenza a milioni di persone. Ora c’è attenzione, l’attenzione provocata dalla paura. Si indaga, si cerca di prevenire ulteriori attacchi. In Italia lo stato di allerta supera di poco la media, non è ancora alto, livello “7” su una scala di “10”.
A Palermo la Procura sta indagando con il pool antiterrorismo su dieci giovani simpatizzanti del Califfato del terrore, l’ISIS. Su facebook è apparsa una foto con la bandiera dell’ISIS scattata in un campo della Sicilia. Un gruppo di giovani ha pubblicato la foto sui propri profili con immagini di uomini armati e con bandiere dei terroristi. La Digos sta svolgendo indagini du questo gruppo di islamisti composti da siriani, tunisini e libici, persone che vivono da tempo in Sicilia. Già nel 2013 i Ros scoprirono un vero e proprio campo di addestramento fondamentalista alle falde dell’Etna. Qui gli estremisti provavano le armi e gli esplosivi e erano tutti rientrati in Sicilia dopo l’addestramento in Afghanistan e Iran. Scattò un blitz in tutta Europa: fu arrestato il capo della cellula Hosni Hachemi Ben Hassen, ex imam della moschea di Andria, fermato a Bruxelles, a Scordia, in provincia di Catania, erano stati arrestati Mohsen Hammami, 48 anni e Nour Ifaoui, 34 anni.
L’allarme terrorismo ora e forse con ritardo è scattato anche in Sicilia. “Si tratta di attività di prevenzione“, spiega un investigatore. “I servizi investigativi si sono attivati pure a Ragusa e Catania dopo avere raccolto i segnali di una simpatia sospetta per la “guerra santa, la jihad“.
Nelle ultime giornate 27 arresti sono stati compiuti in Europa nell’ambito della lotta ai jihadisti. In Belgio sono stati 13 i fermati nelle operazioni compiute in diverse zone del paese. In Francia invece sono 12 i fermati in periferia parigina, tra cui il complice di Amedy Coulibaly, due gli arresti in Germania, a Berlino, dove il leader del gruppo terrorista, un certo Ismet D., è accusato di reclutamento, in particolare di turchi e russi. I due cittadini belgi arrestati in Francia nell’ambito della retata anti-jihadisti condotta da Bruxelles erano in fuga verso l’Italia e sono stati bloccati dalla polizia francese nella regione di Chambéry su segnalazione di quella belga.
Come ha rivelato l’Huffington Post, il Viminale starebbe vagliando la posizione di diversi imam per ordinarne l’espulsione dall’Italia per “motivi di sicurezza nazionale”. La black list, nata dall’attività investigativa che Ros e antiterrorismo stanno portando avanti, conterrebbe dodici nomi “caldi”. Secondo il quotidiano Il Giornale, oltre ai dodici imam la black list del Viminale sarebbe composta da “un centinaio di nomi”. Tutti stranieri tra i 20 e i 35 anni, in maggioranza magrebini. Il dato più allarmante, però, è che avremmo a che fare con le seconde generazioni. Insomma, nord africani con passaporto italiano ben inseriti nel nostro tessuto sociale. Tra questi ci sarebbero anche una decina di donne, Secondo fonti dell’intelligence europea sentite dalla Cnn, nel Vecchio Continente ci potrebbero essere fino a 20 cellule dormienti pronte ad agire in Francia, Germania, Belgio e Olanda.
Una situazione “calda”, come suol dirsi, e in fase di evoluzione.