Non doveva succedere ed intanto è accaduto: il presidente della Regione siciliana, a seguito di “invito” non declinabile, è stato a Roma per un vertice o incontro o tavolo tecnico, finalizzato alla soluzione “finale” di quelli che da semplici problemi (di immediata definizione e chiara soluzione) si sono trasformati in “problematiche” (di enigmatica interpretazione e quasi filosofica soluzione).
Sembra che l’incontro romano abbia sortito un “glorioso” effetto: il vento rivoluzionario ha strappato al governo centrale “i compiti a casa”. Sì, avete capito bene: poiché tanto la gestione della cosa pubblica quanto il bilancio pubblico, entrambi fondamentali realtà, sono precipitati ultimamente verso la tragedia e forse anche perché si trova opportuno umiliare ogni voglia autonomista (non sappiamo più se a torto o a ragione) al condottiero (non ce ne vogliate per l’accostamento) è stato dettato il da farsi a casa.
Di per sé un tale evento è umiliante per noi veri Siciliani e nei modi in cui si è svolto lo troviamo “monco”. Andava effettuato non a porte più o meno chiuse ma quantomeno in “teleconferenza” con i palazzi principali di Palermo, con obbligo di presenza per assunzione di responsabilità.
Immaginiamo due magnifiche sale (una a palazzo d’Orleans e l’altra a palazzo dei Normanni) gremite da: residenti in pianta stabile e inamovibili per diritto forse divino (dei nostrani od esteri poco importa); frequentatori abituali per diritto-dovere istituzionale; inquilini di alto rango non contemplati negli organici politici e tecnici propri della Regione; frequentatori vari ed a tempo (quali consulenti, dirigenti generali di ogni angolo della Regione, commissari, ecc.); insomma tutti quelli che in qualche modo possono influire su gestione, programmazione, esecuzione, bilancio, economia … Tutti presenti lì a farsi carico ognuno degli oneri e responsabilità di competenza prima che degli onori.
Occasione perduta: sarebbe stato mitico se venivano bacchettati tutti pubblicamente e in diretta dal governo centrale. Purtroppo non è andata nel modo sopra descritto, magari perché nessuno ci ha pensato o magari perché tra potenti non è più di moda “schiaffeggiarsi”.
Nelle more di tempi e notizie migliori diamo una sbirciatina alle pubblicazioni “monetarie” del trascorso periodo 2-6 febbraio 2015.
Intanto sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, n. 6, parte I del 6 febbraio 2015 leggiamo 7 decreti di variazione di bilancio relativi all’esercizio finanziario 2014, regolarmente datati dicembre 2014; sul supplemento ordinario (alla stessa gazzetta) n. 6 del 6 febbraio 2015 troviamo 28 decreti datati 24 dicembre 2014 ed uno 30 dicembre afferenti accertamenti di entrate nel bilancio 2014: che noi ne abbiamo parlato o meno precedentemente, non possiamo non stupirci dei tempi di pubblicazione in gazzetta.
Non porta più allegria la lettura del sito istituzionale del Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione.
Troviamo ancora qualche sorpresa per il trascorso 2014.
Il D.R.G. n. 111 del 02.02.2015 istituisce nuovi capitoli per l’anno 2014 e quindi recita testualmente: “… omissis … Nello stato di previsione della entrata del bilancio della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2014 e nella relativa ripartizione in capitoli di cui al decreto dell’Assessore regionale per l’Economia n. 30 del 31 gennaio 2014 sono introdotte le seguenti variazioni in termini di competenza … omissis …”.
Si potrebbe anche sorvolare sui numerosi decreti (di questa settimana) di accertamento di entrate nel bilancio 2014 per circa 250.000,00 Euro complessivi, per i tanti motivi che potrebbero giustificare la tempistica delle relative verifiche.
Nel (nascituro) bilancio 2015 troviamo in variazione bei numeri e nuovi capitoli”:
il D.D. n. 174 del 06,02.2015 tratta € 2.000,000, 00; il D.R.G. n. 173 del 06.02.2015 ripartisce € 4.197,430,00;
il D.R.G. n. 164 del 05.02.2015 offre una parziale rimodulazione del PO FESR 2007-2013 pari a € 73.434.912,00;
il D.D.G. n. 110005 e il D.D.G. 11006 entrambi del 04.02.2015 trattano variazioni rispettivamente di € 1.037.888,38 e € 990.800,95;
il D.D.G. n. 11004 del 04.02.2014 si occupa di € 2.048.853,77;
il D.R.G. 172 del 06.02.2015 ci presenta una variazione di bilancio anno 2015 con l’istituzione dei capitoli di entrata 3892, 3929, 3909, 3936 e 3914;
altre variazioni “minori” trattano complessivamente circa 730.000,00 Euro.
Ovviamente non ci soffermiamo sulle inevitabili reiscrizioni in bilancio e sugli altri atti di ordinaria amministrazione.
Certo siamo proprio messi male perché abbiamo per conto nostro grandi problemi, cui si sommano le tragedie scatenate dalle nuove “divinità” (non veri politici alla Cavour) del potere, sempre pronte a minacciare e scatenare guerre: quasi non bastassero quelle africane ed orientali sembra che un tizio d’oltre le Alpi ne ha “enunciata” (o minacciata) una contro la Russia, quasi a volere compensare quella fallita contro la “Siria”.
Studiassero seriamente la storia, i comportamenti umani, le scienze!
Parafrasando Tito Livio urliamo intanto che mentre nelle capitali si discute il vascello Sicilia affonda e tre continenti sul Mediterraneo si avvicinano alle condizioni di estrema criticità (esplosiva).
Ma loro, dei e collegati semidei, credendosi eterni continuano ad ignorare (per dirla con parole di Virgilio) che “fugit irreparabile tempus” .
A scuola, tutti a scuola!