Si aprono spiragli verso un possibile contenimento della gravissima situazione economica in Grecia. Lunghi e arzigogolati i colloqui, frenetici se vogliamo, all’interno dell’Eurogruppo e fra i ministri finanziari della zona Euro con il ministro greco Yanis Varoufakis. Poi un lungo colloquio fra il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il primo ministro greco Alexis Tsipras. E finalmente un nuovo spiraglio. Anzi tre spiragli (e non è poco).
Già da questa mattina si avvia un confronto tecnico per valutare le proposte della Grecia, ma non è la sola novità, abbiamo infatti parlato di tre spiragli. Il secondo è l’abolizione del riferimento alla famigerata Troika, che da ora in poi (come sarebbe normale in verità) è “Istituzioni” a tutti i livelli e non soltanto la decisione del “triumvirato” Ue-Bce-Fmi. Infine Dijsselbloem e Tsipras hanno concordato un “linguaggio comune”: le parole chiave sono “valutazione tecnica”, verifica dell’esistenza di un “terreno comune”, “programma di assistenza attuale”, “piani del governo greco”. Le variazioni sembrano solo lessicali, ma non è così. Le parole, tutte le parole, hanno un peso.
Dal suo canto anche Alexis Tsipras ha fatto delle aperture, pur chiarendo che la Grecia “non fa ricatti ma non accetta ricatti” ha anche rassicurato “Rispetteremo le regole fiscali e l’equilibrio di bilancio. Non torneremo al deficit, ma ho chiesto il supporto dei partner perché così riusciremo a fare della Grecia un paese normale“.
Lunedì, secondo i tempi dettati dalla cancelliera Angela Merkel, vedremo gli effetti di questi venti di novità, ma “pare” che si valuti di finanziare la Grecia con altri 5 miliardi di euro e di alleggerire il piano di rientro.
Vi chiederete a questo punto cosa c’entra l’Ucraina in tutta questa storia. Risposta semplice semplice: i fatti non sono mai da considerare come “isolati”. La Grecia ha ricevuto la proposta di aiuti economici direttamente da Vladimir Putin. Se la UE non accetta di aiutare la Grecia, questa potrebbe essere aiutata dalla Russia quindi. E fra la fame e l’aiuto di un Paese “non proprio amico” chi sceglierebbe di tenersi la fame? Se però Tsipras accettasse l’aiuto di Putin poi dovrebbe in qualche modo ricambiare il favore. Come? Per esempio ponendo il diritto di veto contro una qualche risoluzione di sanzioni economiche dell’Unione Europea contro la Russia? Capito il giochino?
La Ue si trova ora costretta ad aiutare la Grecia per evitare che proprio la Grecia gli impedisca di sanzionare Putin.
E dal vertice a quattro di Minsk, sulla crisi ucraina infatti, si sono levati altri spiragli. Insomma, una serie di anelli concatenati, se nessuno di questi dovesse rompersi forse una serie di fatti negativi potrebbe, finalmente, allinearsi in positivo. Resta da sperare in questo lungo weekend di trattative, parole e segreti accordi. Tant’è… burattini e burattinai.