Esercito pronto, palle in canna contro l’Isis

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Esercito-ItalianoDi Salvo Barbagallo

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L’Italia ha bisogno di una guerra? Forse sì, forse no, chi lo può dire? Di certo forse il suo Governo che, come “beneficio” collaterale, distrarrebbe non poco l’attenzione pubblica dai veri problemi che in questo momento il Paese è costretto ad affrontare.

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Di certo c’è il pericolo del Califfato che bussa (si fa per dire) alle porte dell’Italia con una pletora di minacce che possono veramente preoccupare chi ha buon senso, e il Califfato è già in Libia e il Governo di quel Paese (che a conti fatti non è governato) chiede aiuto. E chiede aiuto principalmente all’Italia: chiede sostegno e chiede anche armi per fronteggiare gli jihadisti che ha in casa. Ovviamente (ed è il meno che possa fare) il premier Renzi non prova a mettersi l’elmetto da solo, non fa, giustamente, un passo se non è supportato dall’Onu, dall’UE, dalla Russia, dalla Cina e chissà da quanti altri componenti il consesso mondiale che conta, vogliano mettersi insieme per una nuova avventura bellica.

In ogni modo il “nostro” Esercito è pronto per qualsiasi evenienza: basta che lo voglia Renzi! E’ lo stesso Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, che sostiene che i militari italiani sono già sul piede di guerra: “Se il governo italiano decidesse di intervenire militarmente in Libia, l’esercito è pronto”, ha dichiarato Danilo Errico in una intervista al quotidiano “Corriere della Sera”. Una voce autorevole, quella del Capo di Stato Maggiore: da lui dipende  la “parte terrestre” di ogni iniziativa italiana che comporti l’uso dei soldati, dall’operazione “Strade sicure”, alle missioni armate all’estero.

Palle in canna, dunque, e al “via” vedremo che succede. D’altro canto, “L’Italia è nel mirino dei combattenti dello Stato Islamico… “l’Isis e Al Qaeda possono passare dalla Libia all’Italia e ciò è un grande pericolo visto che molti terroristi sono in Libia”: è quanto ha ribadito Aqila Saleh, il Presidente del parlamento libico di Tobruk, sostenendo che l’Italia “Gioca un ruolo importante” in un eventuale pattugliamento del Mediterraneo per impedire che armi giungano a gruppi terroristici.

Quel che è vero, è vero: se i terroristi del Califfato vinceranno in Libia, riusciranno ad arrivare anche a Roma, in Egitto e dappertutto. Al nocciolo della questione, è quanto ha sostenuto il capo del parlamento di Tobruk.

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