È proprio il caso di dire che la Sicilia fa sentire, almeno artisticamente, la sua voce nel mondo. Un cuore follemente innamorato della sua Sicilia quello di Giuseppe Ranzani, tenore di Scicli che grazie anche al noto cantautore Toto Cutugno (di “sentite” radici siciliane) sta portando in giro per i palcoscenici del mondo la Sicilia.
Giuseppe Ranzani, degno figlio, e Toto Cutugno, degno “nipote” di questa eterna dea che sempre ha ammaliato e stretto al suo inebriante seno chiunque l’abbia vista. Ed i loro comportamenti, il loro vivere, la loro arte sono un tributo di affetto per lei, la Sicilia, fata incantatrice e dispensatrice di arte, bellezza, amore, miti e leggende ammantati di eroismo e tristezza.
Le loro voci, le loro melodie raccontano al mondo le sue virtù e le memorie musicali che la accarezzano; Cutugno e Ranzani sono stati insieme a Basilea e a Bucarest, sapete? Lei, la Sicilia, prima di loro due, ha generato (vogliamo essere brevi) il grande Vincenzo Bellini e (il meno noto) Erasmo Marotta. Ed a memoria del grande affetto che la Sicilia genera ricordiamo che anche Domenico Modugno dedicò un suo brano alla Sicilia.
E noi fieri dei due “maestri” Ranzani e Cutugno li accompagniamo con una esortazione: continuate con la fierezza e l’amore che vi hanno contraddistinto e che le vostre “divine” origini vi hanno donato e vi impongono. Si diceva un tempo: “noblesse oblige” (la nobiltà comporta (inderogabili) obblighi) e voi avete ricevuto la nobiltà da una dea, di cui siete veramente degni.
Per la vostra delizia, vi uniamo in visione parte della manifestazione di Basilea.