Chi cancella le verità storiche? E perché?

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di Guido Di Stefano

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Forse occorrerebbero migliaia di pagine per trattare convenientemente l’argomento. Cercheremo pertanto di contenere in una stringata carrellata i “confini” di  questo insondabile universo, per quello che effettivamente è e  comporta: occultazione e cancellazione del passato (memoria), distorsione del presente, negazione del futuro.

L’umanità ha vissuto  miriadi di esperienze dagli albori ad ora, percorrendo sentieri forse inimmaginabili: di quanti abbiamo notizie o semplici tracce? Forse è impossibile determinarlo.

Un grande strumento di vita e di morte possiede il genere umano, da sempre,  ed è il libero arbitrio: esso orienta le capacità umane verso la creazione o la distruzione; verso la luce o le tenebre; la pace o la guerra, la fratellanza o l’odio; la memoria o l’oblio; la virtù o il vizio; la gratitudine o l’ingratitudine; gli inni al Dio grande e misericordioso o la blasfema esaltazione del dio Mammone (denaro e potere); la libertà o la schiavitù; l’ossequio alla giustizia o la prevaricazione della colpa.

Non vogliamo stilare la graduatoria dei più gravi crimini che, svilendo e abusando del libero arbitrio, l’uomo ha commesso e commette contro Dio e contro l’immagine di Dio, l’uomo stesso, l’umanità. Ma quello della cancellazione della “memoria” non teme confronti, condensando in sé l’essenza del male: quell’essenza che nega la vita e la speranza; che nega la gloria di Dio e la magnificenza del creato; che allontana dalla luce e precipita nelle tenebre; che sempre bastona e incatena e mai  accarezza  e libera; che semina  impressionanti e tempestose caducità  per sviare dalle silenti eterne conquiste.

Paradossalmente è la stessa storia che (pur vittima) conserva e  tramanda tracce di tutti i tentativi di “storicidio” perpetrati nei tempi :  tutti scaturiti dai più bassi istinti umani e tutti ipocritamente ammantati di nobili vesti, con principali finalità potere e ricchezza immediati e futura gloria per i potenti di turno.

Già perché chi non ha creatività e capacità proprie o ha crimini da nascondere elimina quello che fu, con la distruzione sistematica di “documenti” e testimoni.

Gli antichi Egizi applicarono più volte la tecnica dell’oblio forzoso.

Alcuni periodi storici (e faraoni) sono stati dannati al silenzio per volontà delle potenti lobbies di allora e di condiscendenti e opachi sovrani. La tecnica era sempre uguale: distruzione di qualsiasi opera, monumento, pietra, papiro e quant’altro potesse vagamente richiamare quello che prima era stato; e se necessario qualche esecuzione fisica non guastava.

Riscoperto a distanza di 33 secoli dalla sua morte troviamo il “re bambino”. Nato e vissuto per parte  della sua vita col nome di Tutankhaton morì  e fu sepolto con il nome di  Tutankhamon. Doveva sparire ogni traccia della religione monoteista (unico dio Aton) tanto cara al di lui padre e doveva essere ripristinato il culto di Aton e di tutti gli altri dei: erano rimasti senza onori e privilegi (potere e denaro) tutti i sacerdoti politeisti.  Ma, ironia della sorte, gli scopritori della sua tomba, nonché primi (e unici liberi) lettori dei relativi cartigli e (si dice) di alcuni delicati papiri (che avrebbero costretto ad una riscrittura e rilettura di miti passati) morirono prematuramente: si disse (e qualcuno lo ripete) per  maledizione della mummia. Chissà perché la mummia colpiva quando manifestavano tendenze ciarliere sulle loro “letture”. Le leggende metropolitane raccontano di contenuti troppo ostativi per alcuni gruppi di potere (visibili o invisibili) che vedevano un ostacolo a future attuazioni geo-politiche in quelle rivelazioni. Pensate un po’: le leggende ripetono che veniva trattato “proprio brevemente” qualche aspetto dell’esodo! La storia antica e moderna sarebbe stata ben altra ove nell’antico Egitto non l’avessero avuta vinta le consorterie del politeismo! Ed anche quella moderna seguirebbe un diverso cammino ove avessero avuto fondamento e divulgazione gli “incerti” papiri del re bambino! Certo è che la storia non può fondarsi sui se e sui ma; ma l’uomo la “costruisce” con le sue azioni!

A nostro avviso grande maestria hanno dimostrato le città-stato dell’antica Grecia: non sono poi tante le notizie (diciamo nulle) pervenuteci  di quello che (cultura e civiltà) hanno trovato nei posti “visitati”, con le armi in pugno . Forse per le loro semplici usanze nei confronti dei popoli un poco restii al giogo: qualche massacro e qualche massiccia deportazioni, tanto per dominare. Torniamo alle leggende metropolitane (che poi tanto leggende non sono): i popoli di Sicilia avevano una fiorente agricoltura (ulivo, vite, cereali) già ai tempi di Abramo, ben prima che i Greci fossero; lavoravano le ceramiche, dicono i reperti, venti secoli avanti Cristo; conoscevano le costruzioni in pietra (almeno quaranta secoli a.C.); quei “buontemponi” degli Americani (USA) “ipotizzano” che l’Odissea sia la creazione di una nobildonna siciliana. Qualcuno dirà: ma nelle loro (dei Greci) cronache non c’è niente di tutto ciò! Certo: allora che cancellazione sarebbe stata  se avessero riconosciuto (anche sfuggevolmente) agli altri popoli i meriti posseduti?

Ci sembra che gli antichi Romani furono abbastanza rispettosi delle memorie e culture altrui: preferirono dominare valorizzando (a modo loro) quanto incontravano. Anche per loro tra i frutti della “politica” annoveravano la disinformazione e seppellivano sotto la spessa polvere dei nobili intenti i loro egoistici interessi e privilegi. In questo senso hanno fatto veramente imperitura scuola!

Nei secoli successivi si è riaffermata la moda della distruzione e cancellazione delle diversità e divergenze, attribuendone all’occorrenza la responsabilità al Creatore. Comunque, a parte tanti scritti invisi a invasati credenti di varie tendenze, l’opera di devastazione era demandata alla soldataglia che non operava con sistematicità ma improvvisava: morti, incendi, abbattimenti, ruberie: qualcosa è andata perduta, ma molto è rimasto.

L’era moderna e contemporanea vedono trionfare  il formidabile e indistruttibile strumento  del segreto di stato integrato dalla disinformazione (per pilotaggio delle notizie e per turbinose tempeste di minuscoli granelli di ovvie verità sollevate a precludere ogni  orizzonte): l’uno vera pietra tombale per le nefandezze dei potenti visibili e occulti e l’altra segnaletica maligna che indirizza verso un “inferno” senza speranza.

A volte qualche archivio segreto apre: tutto? Ma quando mai: solo per rendere noto quello che non può più influire, poiché (dicono) il resto è andato distrutto, incidentalmente (?)!  Certo sempre meglio che da noi, in Italia, dove i segreti sono ultrasecolari!

Intanto poiché viviamo il secolo delle guerre per procura forse anche le devastazioni e cancellazioni della storia si fanno per procura. Tra talebani, ISIS e terroristi vari (sovente e/o per lo più iniziali amici dell’occidente) non sappiamo chi avrà alla fine cancellato meglio le identità dei popoli e quante conoscenze avrà perso tutta l’umanità. Ci chiediamo però: è “idea” spontanea dei “guerrieri” procuratori questa ventata nichilista? o  dobbiamo temere che piuttosto sono gli eventuali  mandanti neo-colonialisti a dare le direttive? Le finalità ultime potrebbero anche essere: a) privare l’umanità di grandi documenti del passato; b) movimentare tanto denaro; c) spogliare di orgoglio e dignità i popoli (un popolo senza storia non può rivendicare nessuno splendore) per meglio dominarli e vessarli.

C’è da pensare che ogni epoca ha visto e vedrà  demoni con sembianze umane  posseduti e devastati (per primi)  dai frutti del loro “ego” malato:

  • totale chiusura dell’animo e della mente
  • rifiuto degli altri
  • rifiuto della libertà
  • rinuncia alla vera immagine dell’uomo
  • corsa verso il nulla.

Sarebbe bello se fossimo in errore, totale o anche parziale!

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