Una petizione di oltre mille firme, a favore dei Padri Oblati di Maria Vergine di Francavilla di Sicilia, è stata indirizzata al Provinciale dell’ordine per l’Italia, Padre James Gerlett, affinché receda dalla decisione di chiudere l’unica casa che essi hanno in Sicilia con la conseguenza di trasferire i religiosi ivi operanti che dal prossimo mese di maggio dovranno lasciare la città. Gli Oblati giunsero a Francavilla tre anni fa, su espressa richiesta dell’arcivescovo di Messina mons. Calogero La Piana, al fine di rendere un servizio pastorale al vicariato di Valle Alcantara e Taormina con lo scopo precipuo di aiutare i sacerdoti diocesani nell’azione liturgica a favore delle popolazioni locali. In quell’occasione, il drappello di religiosi era guidato dall’attuale Padre Provinciale, che sin da subito si dedicò alla cura delle anime ed al servizio pastorale nelle varie parrocchie del comprensorio, venendo specialmente in aiuto ai parroci più anziani. Il suo primo collaboratore padre Solomon Ushie, un giovane sacerdote di colore, che abbattette le barriere della iniziale diffidenza con i suoi modi cordiali ed affabili: un sorriso disarmante ed una risata trascinante supportate sempre da una parola di conforto per tutti, queste le armi che lo hanno fatto voler bene sin dall’inizio del suo mandato. In questo periodo di loro permanenza in questo territorio, mediante la loro azione, i Padri Oblati hanno conquistato la fiducia della gente ma soprattutto dei giovani, che grazie alla loro certosina opera, si sono riavvicinati alla Chiesa.
Nella missiva , i firmatari della petizione affermano: “In questi tre anni i Padri Oblati hanno supportato i parroci dell’intero Vicariato nella loro missione quotidiana, hanno contribuito alla pastorale, alla catechesi, ai sacramenti, e si sono impegnati nel sociale, soprattutto per i più deboli”. E continuando dicono: “Straordinaria è stata la capacità di attrarre i giovani di tutte le fasce di età, coinvolgendo i più piccoli nei giochi estivi e nell’oratorio e i ragazzi in incontri di catechesi, attività ricreative ed escursioni (Etna, Roma, Tindari). Con lo stesso entusiasmo i Padri Oblati si sono dedicati agli anziani, visitandoli nelle loro case o nelle strutture di ricovero. Anche grazie al loro contributo sono state riscoperte delle tradizioni locali, come la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo e il presepe vivente. Inoltre, il loro operato ha rafforzato la rete di sinergie tra le parrocchie della Valle, che si è tradotta ad esempio nella Via Crucis vicariale. In particolare, Padre Solomon, che ha vissuto a Francavilla sin dalla nascita di questa vostra comunità, ha avuto modo di conoscere a fondo la realtà dei comuni della valle tanto da interpretarne i bisogni e le esigenze. La comunità ha apprezzato il suo impegno instancabile nel coinvolgere attivamente i fedeli con strumenti diversi, senza mai trascurare il suo ruolo di guida spirituale”.
Concludono la lettera dichiarando: “Riteniamo che l’interruzione dell’esperienza pastorale, spirituale e sociale dei Padri Oblati in questo Vicariato possa lasciare incompiuta l’opera fin qui realizzata dai religiosi, deludendo le aspettative di molte persone di tutte le età, come si evince dalle firme allegate”.
La stessa lettera è stata recapitata al primo cittadino francavillese, Lino Monea, al quale viene chiesto che nella sua qualità di rappresentante della città, si attivi intervenendo nei confronti del Padre Provinciale dei religiosi cercando di dissuaderlo dalla decisione presa. È certo che sentiremo ancora parlare dello scalpore suscitato da questa impopolare decisone intrapresa dai vertici dell’ordine. Ma si sa i “misteri” sono una parte inscindibile del mondo religioso, cui l’essere incomprensibile o non conoscibile e per i quali non si riesce a trovare la causa o la spiegazione, qui assurgono a manifestazione di Dio agli uomini.