Cara UE, cosa sei?

di Guido Di Stefano      Avremmo preferito chiedere “chi sei” non “cosa sei”; anzi ci fu un tempo in cui eravamo certi di non dovere mai chiedere ma di andare semplicemente orgogliosi della tua realtà, quale la sognarono i padri (veri statisti) che tracciarono il futuristico sentiero verso una nuova alba, un nuovo orizzonte.

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Contrada: sonoro ceffone alla giustizia italiana

Di Valter Vecellio    Lo chiameranno “caso Contrada”. No, non è “il caso Contrada”; è qualcosa di molto peggio, e di assai più grave. E’ il ceffone più sonoro che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) poteva dare alla giustizia italiana. Una cosa che dovrebbe far riflettere, e tutti noi dovremmo seriamente interrogarci per capire dove siamo arrivati, e come è stato possibile arrivare dove siamo.    La CEDU, chiamata ad esprimersi sulla vicenda di Bruno Contrada, ha stabilito che non andava condannato. No, anzi: che non poteva essere…

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ARS: no a chiusura Corti d’Appello

L’Assemblea regionale siciliana ha detto no alla paventata soppressione di Corti d’Appello in Sicilia da parte del governo nazionale, votando alla unanimità oggi pomeriggio la mozione della Commissione regionale Antimafia. “Suscita nell’Isola seria preoccupazione e allarme la previsione del governo Renzi e dimostra la totale incomprensione delle specificità e caratteristiche del territorio siciliano” – ha dichiarato il presidente dell’Antimafia Nello Musumeci, illustrando la mozione.

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Contrada, giustizia italiana “Ko”

Di Vittorio Spada   Bruno Contrada, giustizia italiana “Ko”: per la Corte europea l’ex agente dei servizi segreti italiani (Sisde) non era da condannare per concorso esterno in associazione mafiosa. Per la Corte dei diritti umani di Strasburgo “all’epoca dei fatti contestati, tra il 1979 e il 1988” il reato “non era sufficientemente chiaro e prevedibile” e quindi da parte di Contrada non c’è stata una “violazione dell’articolo 7 della Convenzione”. Già nel 2014 la corte di Strasburgo aveva condannato l’Italia per la detenzione dell’ex funzionario del Sisde.

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La Sicilia sta naufragando

Di Salvo Barbagallo Gli scandali, la corruzione, gli intrallazzi, i rinvii a giudizio non fanno più notizia dal nord al sud. Gli immigrati (da tempo non vengono più chiamati “clandestini”) continuano a essere “salvati” nelle acque del Mediterraneo e “accolti” in Sicilia dove rimangono o si disperdono: non fanno più notizia, neanche quando ci sono vittime. Crollano pilastri di viadotti, la principale via di collegamento Palermo-Catania viene “tagliata” in due e così, in un certo senso

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