Due denunce-esposti, a firma del sindaco di Forza d’Agrò Fabio Di Cara, sono state presentate all’autorità giudiziaria nei confronti del parroco dello stesso comune, Don Luciano Zampetti, e del Soprintendente di Messina, architetto Scimone Rocco. A far scattare le querele, secondo il sindaco Di Cara, gli atteggiamenti assunti dal parroco che durante la messa domenicale avrebbe letto, distribuito e consegnato una nutrita lettera d’accusa indirizzata al primo cittadino dalla quale egli si vede leso nella sua immagine, nella sua carica istituzionale oltre che nella sua persona. Al soprintendente, Scimone Rocco, il sindaco forzese ha riservato le sue attenzioni , per le sue ingerenze su un lavoro pubblico in fase di realizzazione in loco, per il quale il funzionario regionale ne sollecitava il fermo adducendo che doveva essere sottoposto a parere della Soprintendenza, mentre per il sindaco non lo necessita. Alla base degli esposti sembra esserci l’inconsueto atteggiamento del parroco. Difatti, il comune di Forza d’Agrò, ha iniziato i lavori di restyling di Piazza Largo Piano, finanziati dall’assessorato regionale all’Agricoltura con 182 mila euro di fondi europei, per ospitarvi gli stand di un mercato del contadino al fine di commercializzare prodotti tipici locali ed artigianali, mettendo in moto tutte le energie e l’economia derivante dalla filiera della produzione a costo zero. Don Zampetti, rivendica un diritto di proprietà di uno spiazzo dove vi parcheggia l’auto , ricadente sulla piazza dove insistono i lavori, ed essendo la stessa ovviamente chiusa , ne precluderebbe l’accesso. Per cui, secondo la versione del sindaco, il parroco agendo autonomamente, senza alcun intervento degli uffici diocesani, avrebbe sollecitato l’intervento del Soprintendente per bloccarne i lavori. Per tuta risposta il sindaco Di Cara, ha ribattuto all’invito del funzionario con una dettagliata denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Messina per abuso di ufficio e per omissioni di atti d’ufficio perché lo stesso, da mesi, “segnala all’ufficio della Soprintendenza, la presenza di antenne telefoniche installate sul settecentesco campanile del duomo forzese, deturpando il centro storico al fine di fare percepire un canone di locazione al parroco, e la Soprintendenza non interviene, e ho sollecitato anche l’apertura delle nicchie settecentesche nello slargo della chiesa contenenti resti mortali, lasciati da oltre un anno in stato di completo abbandono”. senza però ottenere nessuna risposta. I due protagonisti della vicenda non sono nuovi a ad uno scambio vivace di idee e la polemica tra loro si protrae da un po’. Tempo fa, infatti, il parroco aveva chiuso le porte del Duomo e delle chiese forzesi impedendone la visita in certi orari ai turisti che, grazie ad una convenzione firmata dal comune e da un circuito turistico, si vedevano costretti ad andar via. Inoltre , l’agenzia, proprio a causa della mancata fruizione degli edifici religiosi, si è vista costretta a disdire le prenotazioni per la visita al centro ionico, provocando l’indignazione del primo cittadino che si batte per il rilancio culturale e turistico di Forza d’Agrò.
Fabio Di cara ha dichiarato: “non si può accettare la continua ingerenza di un soggetto che invece di fare il parroco e occuparsi dei fedeli, si interessa di opere pubbliche e si permette di giudicare l’operato di una amministrazione, voluta fortemente dal popolo. La cosa grave –continua il primo cittadino – è che il tutto avviene, nel più assoluto silenzio dell’Arcivescovo (Mons. Calogero La Piana n.d.r.), il quale, più volte sollecitato, non ha mai preso alcuna posizione”. Riguardo, invece al Soprintendente, il primo cittadino rileva che: “risulta sbalorditiva l’attività del Soprintendente in una questione ove non ha alcuna competenza, mentre vi sono tantissimi casi in cui, sollecitato non interviene. Peraltro – conclude Di Cara – il Soprintendente non si è mai curato di interpellare il sindaco, nell’ambito normali rapporti tra organi pubblici”. Ed aggiunge che della vicenda ha informato il Prefetto di Messina.
Pronta la replica del parroco: “Non ho letto alcun documento durante la messa domenicale ma ho consegnato ai fedeli una lettera di risposta e chiarimento in merito alla questione della chiusura delle chiese”, ha chiarito Don Zampetti, che ha precisato alcuni aspetti della vicenda anche in seguito alle polemiche scoppiate nelle scorse settimane e in replica a quanto dichiarato in Consiglio comunale dal sindaco.
Per quante attiene, infine, alle presunte ingerenze nei lavori di riqualificazione di piazza Largo Piano, il parroco evidenzia che gli interventi, nel frattempo stoppati dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, che ha chiesto di visionare il progetto, stiano interessando anche una porzione dello slargo in possesso della parrocchia da oltre vent’anni, adesso recintata all’interno dell’area di cantiere: “Non ho mai rivendicato alcun diritto di proprietà – precisa – ma è noto a tutti che l’area adiacente la chiesa madre della Santissima Annunziata, dove un tempo insisteva anche una copertura per le auto, è stata sempre utilizzata per la sosta dei veicoli dai parroci avvicendatisi negli anni. Su questa porzione di piazza Largo Piano e su parti del giardino e dell’area esterna la chiesa – prosegue padre Luciano – ho dato mandato di avviare una procedura di usucapione considerato il perdurare da oltre 20 anni dello stato di possesso della parrocchia. Decisione di cui ho regolarmente informato il Comune di Forza d’Agrò”.
Capitolo antenne telefoniche. “La parrocchia ha tutti i visti e le autorizzazioni, dalla Soprintendenza alla Curia, per mantenere tali strutture sopra il campanile del Duomo, altrimenti non sarebbe stato possibile installarle – replica il parroco forzese – e i canoni di affitto non finiscono certamente nelle mie tasche ma nelle casse della parrocchia”. Don Luciano Zampetti ricorda inoltre come nel centro storico di Forza d’Agrò siano presenti diverse stazioni radio per la telefonia, invitando il sindaco Di Cara a verificare se siano tutte regolarmente autorizzate.
Ci auguriamo che la “vexata quaestio” di Guerresca memoria, abbia un lieto epilogo e che i due protagonisti ricominciando: “l’eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo…” nella consapevolezza che “però, se uno dei due s’attarda, l’altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita”.
Nello Cristaudo