Prime elezioni, primo flop di votanti: in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta l’affluenza alle urne in netto calo rispetto alla precedente consultazione. Alla chiusura dei seggi, alle 21 di ieri sera, in Alto Adige aveva votato il 66,9 per cento degli aventi diritto al voto, mentre cinque anni fa il dato era stato del 74,6 per cento. Il calo è stato dunque del 7,7 per cento. A Bolzano, l’affluenza ha fatto segnare il 57,7 per cento, ovvero l’8 per cento in meno di cinque anni fa. A Trento il calo è stato del 6,1 per cento, dal 60,1 al 54 per cento. Alla rilevazione delle 23 per Aosta, l’affluenza è stata del 61,25 per cento, contro il 66 per cento di 5 anni fa.
Al di là della “vittoria” di questo o quel partito, il dato significativo di questo primo test elettorale è quello dell’abbassamento dei votanti in due aree del territorio nazionale importanti per quel che hanno rappresentato e rappresentano politicamente. Alessandro Andreatta, sindaco di Trento, ha ottenuto il suo secondo mandato con la vittoria, battendo gli altri candidati con il 53,7 per cento, ma registrando un abbassamento di consensi del 10,72 per cento dalla sua prima elezione, quando aveva ottenuto il 64,42 per cento con la stessa coalizione di centrosinistra autonomista, quella che governa anche la Provincia autonoma. A Bolzano, invece, si delinea un ballottaggio per il sindaco uscente del Pd Luigi Spagnolli, che alle precedenti consultazioni era passato al primo turno. In Alto Adige la distanza degli elettori dalle urne corrisponde a quella che si profila come una disaffezione dell’elettorato sudtirolese dal partito di riferimento, ovvero dalla Südtiroler Volkspartei. La Svp perde 3,6 punti, mentre la Lega Nord di Salvini raddoppia i consensi, superando l’11 per cento. Raddoppia il Movimento Cinque Stelle che passa da 4,02 al 9,3 per cento. Il risultato di Forza Italia rappresenta una totale sconfitta rispetto alle ultime consultazioni: il Pdl ha ottenuto appena il 3,7 per cento dei voti, mentre alle precedenti comunali il Pdl aveva conquistato il 22,2 per cento
Primo test elettorale un forte segnale d’allarme per Berlusconi, nuove prospettive per Salvini e Cinque Stelle; per il PD, che sicuramente ne esce bene, una verifica incerta, visto il calo di voti riportato dal sindaco uscente di Trento, anche se questo “calo” alla fine sarà considerato “fisiologico”.