Se il Governo “gestisce” così il Paese

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ParlamentoDi Salvo Barbagallo

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Cosa può fare il cittadino quando si accorge che il Governo non sa gestire il suo Paese come vorrebbe? Non può fare nulla, se non protestare. Ma le proteste non portano nulla di buono e spesso creano ulteriori contrasti. Il risultato? Il Paese corre il rischio di essere instabile e finisce con il perdere credibilità.

Forse (e sottolineiamo il forse) è la situazione che sta vivendo l’Italia in questo momento. Sono tanti gli elementi che potrebbero portare a questa conclusione. Certo attribuire la responsabilità di quanto accade solo all’avvento di Matteo Renzi sarebbe non solo esagerato ma, soprattutto, non corrisponderebbe completamente alla realtà: molte responsabilità vanno attribuite a chi ha preceduto lo stesso Renzi. Se dovessimo usare il metro della malevolenza,  potremmo dire che l’attuale premier è il frutto di ciò che lo ha preceduto. Se affermassimo questo, correremmo un’altro rischio, quello di cadere nella benevolenza. Quindi prendiamo le cose per quel che sono, lasciando da parte ogni possibile dietrologia. E lasciamo da parte anche il “Renzi, chi?”: ce lo siamo già chiesto.

Vogliamo porre all’attenzione solo le ultime affermazioni di Omar al Gawari, ministro dell’Informazione del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, rilasciate all’Agenzia di stampa Ansa: “La politica estera italiana finora è stata debole e quindi l’Italia non deve sorprendersi se si vedrà marginalizzata in Libia e rimpiazzata dai russi e dalle loro compagnie che vengono per estrarre il petrolio…”. Ci chiediamo (da ignoranti…) chi sia il nostro ministro degli Esteri? E ci rispondiamo (da ignoranti…interpellando internet): è Paolo Gentiloni,deputato in Parlamento, eletto a Roma, già membro della Commissione Esteri e Presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare, componente della Direzione Nazionale del Partito Democratico, laureato in Scienze Politiche, giornalista professionista. Negli anni Novanta ha lavorato al Comune di Roma come portavoce del Sindaco e Assessore al Giubileo e ai rapporti internazionali. E’ stato coordinatore della campagna dell’Ulivo per le elezioni politiche del 2001. Eletto in Parlamento dal 2001, è stato Presidente della Commissione Bicamerale di Vigilanza sulla Rai (2005-2006) e Ministro delle Comunicazioni nel secondo Governo Prodi (2006-2008). Ha fatto parte del Comitato dei 45 fondatori del Pd nel 2007!”. Un curriculum di tutto rispetto.

giovedì1Gentiloni, ne siamo sicuri, saprà rispondere a dovere al libico Omar al Gawari. Ma chi ci assicura che le affermazioni di Omar al Gawari non rispondano al vero e i motivi di “allarme” sono concreti?

La questione migranti? Mentre l’Alto commissario Ue per la politica estera Federica Mogherini lancia il suo estremo appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: “Siamo pronti ad agire, ma non possiamo fare da soli”, ecco che lo stesso Omar al Gawari dichiara che “Nelle prossime settimane» arriveranno in Italia anche terroristi dell’Isis a bordo di barconi di migranti. L’Italia sperimenterà l’arrivo non solo di poveri emigranti dall’Africa ma anche di barconi che trasportano Daesh” (Isis)”. Come affronterà l’ipotizzata evenienza il ministro dell’Interno Angelino Alfano? Problemi di sicurezza? Ma già si paventano altri problemi, quelli che deriveranno dalle azioni che decideranno i sindacati per quanto attiene la Scuola. Ma per quest’altra questione, almeno, Angelino Alfano potrà contare sulla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e sulla ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi.

E intanto Matteo Renzi che fa? Cosa fa non lo sappiamo, comprensibile che il premier avrà il suo bel da fare per rendere innocuo il fuoriuscito dal PD Pippo Civati, che ha avviato la campagna referendaria contro l’Italicum per rimuovere dalla nuova legge elettorale i capilista bloccati e le pluricandidature.

Insomma, se il Paese è governato come si vede, a fronte di tanti emblematici problemi, come può essere tranquillo il cittadino? Il cittadino, infatti, non è “tranquillo” e lo fa capire disertando le urne, così come è stato dimostrato nelle recenti competizioni elettorali in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

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