Il sottosegretario in quota NCD del Governo Renzi, Giuseppe Castiglione, si guadagna un primo piano nelle agenzie di stampa nazionali all’interno dell’indagine della magistratura su “Mafia Capitale”: l’etichetta per il politico catanese ora è “indagato”.
Ecco ieri mattina come si è espressa l’agenzia Ansa nelle prime righe del suo servizio: “C’è anche il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione (Ncd), tra i sei indagati per turbativa d’asta nell’inchiesta della Procura di Catania sull’appalto per la gestione del Cara di Mineo. Lo si rileva dagli atti dell’inchiesta…”. E Gianni Cuperlo rincara la dose: “La posizione di Castiglione è insostenibile, dovrebbe fare un passo indietro“. Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia, segretario di Scelta Civica, commenta: “…In ogni caso, questo trasversalismo tra destra e sinistra, tra politica e burocrazia, nel trasformare le emergenze legate all’immigrazione in un business economico, è semplicemente ripugnante. Queste persone sono veri e propri scafisti di terra e, prima ancora della giusta punizione giudiziaria, meritano il puro e semplice disprezzo sociale da parte di tutti…”.
Il 12 marzo scorso (cioè quasi tre mesi addietro) scrivevamo su questo giornale: “Questione (delicata) del Centro accoglienza migranti di Mineo: risulterebbe indagato dalla Procura di Catania il sottosegretario Giuseppe Castiglione quale ex soggetto attuatore, nell’inchiesta per abuso d’ufficio e turbativa d’asta sull’appalto per la gestione del “Cara”. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano “La Sicilia” e ripresa dai mass media ma, cosa strana, prima di essere divulgata era da tempo argomento di discussione nei salotti buoni e meno buoni di Catania, e ora in tanti si chiedono il motivo, “perché” sia trapelata. Anche questo “motivo” è diventato argomento di discussione: c’è chi sostiene che sia tutta una questione di rivalse politiche, cioè che in questo modo si voglia silurare l’inaffondabile corazzata costituita dal sottosegretario Castiglione e dal suocero Pino Firrarello, che da troppi anni scorazza nei mari elettorali, sia nelle belle che nelle cattive stagioni; c’è chi sostiene che dove c’è fumo ci sia anche l’arrosto e che nella situazione del Centro d’accoglienza di Mineo molte, moltissime cose appaiono equivoche ed eventuali coinvolgimenti di illustri personaggi politici siano possibili. Insomma, nella solita e pacifica condivisione del tran tran quotidiano della politica catanese (siciliana, in generale) dove gli scandali non scandalizzano nessuno, la notizia “Castiglione” un po’ di rumore l’ha fatta”.
E così proseguivamo: “L’interessato, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, dal canto suo, interpellato dai giornalisti, ha risposto serenamente: “Lo apprendo dalla stampa, non ne so nulla. Non posso commentare quello che non conosco, ma ho grande fiducia nella magistratura”.
E noi non vorremmo aggiungere altro a quanto scritto, e riportiamo ancora cosa commentavamo: E’ la serenità il tratto caratteristico del sottosegretario Giuseppe Castiglione, espressa sempre con il sorriso sulle labbra: quanti lo conoscono affermano, senza alcun dubbio, che quella “serenità” mostrata esteriormente, è lo specchio dell’uomo che è. Una “serenità” diversa da quella che esprime, in qualsiasi tipo di circostanza, il suocero Pino Firrarello, il cui volto appare costantemente indecifrabile. Un altro tratto distintivo del sottosegretario Giuseppe Castiglione è che quando ci si attende risposte concrete su argomenti particolari e importanti, risponde “Non ne so nulla”. Ed è possibilissimo che sia vero. Ma (un “ma” c’è sempre) ci si chiede (in generale parlando, e non specificatamente per quanto attiene questo caso): come è possibile che personaggi politici d’alto bordo, che ricoprono incarichi istituzionali d’alto livello, non siano a conoscenza di ciò che accade attorno a loro? È la frase “Non so nulla” che lascia perplessi e disorientati coloro che hanno l’avventura d’ascoltarla: “Non so nulla!” è tutto un modo di vivere? Il cittadino si è affidato (o si è fidato) a persone che lo rappresentano che “non sanno mai nulla”? Boh…!
Ora l’uomo che quasi sempre all’interlocutore sorride (sardonicamente, come l’essere superiore che guarda gli altri dall’alto in basso), ha (finalmente?) conquistato ufficialmente il titolo di “indagato”: statene certi, non accadrà nulla e non perché la magistratura possa “zoppicare”, ma perché (è più che noto) le indagini e i procedimenti giudiziari in Italia durano anni e anni. Generalmente parlando, a pagare per gli abusi e i latrocini commessi, alla fine sono in pochi, una percentuale irrilevante.
E poi, ancora: chi si scandalizza se un politico è “indagato”? Di certo non chi governa il Paese…