Chissà chi ha scritto il commento Rai sulla parata del 2 giugno ai Fori Imperiali: un Oscar per la retorica, di certo, l’autore di questa sorta di pamphlet lo meriterebbe. E un Oscar anche alla regia che si è soffermata costantemente sull’impeccabile duo Mattarella-Boldrini – Presidente della Repubblica e Presidente della Camera -, cercando di evitare la vicina figura di Matteo Renzi – Presidente del Consiglio -. Forse perché siamo arrivati in ritardo davanti al televisore, abbiamo visto sfilare soltanto reparti appiedati delle forze armate italiane (esclusi i Corazzieri a cavallo, scorta del Presidente e la Flaminia presidenziale), probabilmente perché in clima di austerity o di crisi è stato ritenuto opportuno risparmiare carburante e dare modo alla Pattuglia acrobatica di effettuare la sua tradizionale esibizione con gli sbuffi tricolore. Il commento Rai che seguiva la manifestazione ha mezzo in chiaro tutto: bisognava esaltare il concetto della “pace” e il concetto di “squadra”. Cioè, come dire, tutti uniti sotto l’insegna della fratellanza (?), tutti sotto l’ombrello con i colori nazionali per superare ogni tipo di ostacolo (?). Dare ragione a Salvini che su Facebook dichiara “2 giugno, Renzi protagonista della Parata dell’Ipocrisia. Con i 2 marò ancora prigionieri, non c’è niente da festeggiare”?. Concordiamo sul termine “ipocrisia”, ma non solo per la delicata (e irrisolta) questione dei marò tenuti in gabbia in India.
Chi ha organizzato la rituale manifestazione del 2 giugno ha, forse, preferito “formalmente” una parata diversa da quella tenuta a Mosca l’8 maggio scorso, quando Putin ha voluto ricordare, con un’imponenza senza precedenti nella storia della Russia contemporanea, il settantesimo anniversario della vittoria dell’Armata rossa sulla Germania di Hitler. Questa è la “faccia” che si è inteso dare all’Italia nell’anniversario della Repubblica? Bisogna prenderne atto.
Di certo non si potevano fare sfilare per la via dei Fori Imperiali i marines di stanza nelle decine e decine di basi militari sparse sul territorio nazionale, o fare sfilare i sofisticati mezzi che producono le diverse industrie belliche italiane, tenuto conto che questi mezzi vengono venduti ed esportati nei Paesi (vicini e lontani) in guerra. Meglio dare spazio agli atleti e ai bambini che hanno disegnato il tricolore sugli ombrelli ricevendone in cambio un bel “grazie” dal Presidente Mattarella.
Quante facce ha oggi l’Italia? Quelle degli “impresentabili” o quelle della denuncia alla Bindi? O quella, ancora, delle lotte intestine all’interno del partito del premier, o quella (ancora) della disoccupazione (giovanile e meno giovanile) che sta facendo inabissare il Paese, o quella (ancora) dell’astensionismo, o quella, ancora… del 1° giugno con il “ripristinato” ricevimento al Quirinale invaso da ministri, grand commis, attori, industriali, cantanti, eccetera eccetera?
Chissà quale è la faccia “giusta” dell’Italia di oggi.