Sembra proprio che molti ignorano che le più devastanti guerre e dittature sono iniziate con i proclami urlati e immediatamente amplificati e divulgati da miopi e compiacenti “complici”: e alle parole “aggressive” sono sempre seguite le nefaste “aggressioni fisiche”.
Quasi quotidianamente ormai sentiamo e leggiamo antidemocratiche esternazioni di occidentali personaggi molto in vista nei rispettivi ambiti e livelli.
I non “allineati”, cioè quelli che vogliono sempre e comunque (pur nei loro limiti ed eventuali errori) restare liberi e conservare la loro identità, vengono bollati inappellabilmente come “gufi”, “mafiosi”, rappresentanti delle oscure forze del male; vengono additati al pubblico ludibrio e, se possibile, trascinati davanti al “sinedrio”; e per loro si paventa (o si minaccia?) l’universale “isolamento”. Non sappiamo proprio se sia possibile commentare con le obsolete espressioni “il più conosce il meno” e “da che pulpito viene la predica” oppure diversamente.
Intanto abbiamo in corso le guerre tra i “poveri”, le guerre “civili”, le guerre “etniche”, le guerre tra le guerre; perfino le guerre trasferite negli sport.
Sportivamente parlando ci sono i precedenti storici moderni: sospensione delle Olimpiadi o boicottaggio delle stesse per motivi bellici generali o “localizzati”. Idem con i campionati mondiali.
Eppure tutti soffiano tanta aria nel declamare l’antico spirito riappacificatore (pro tempore) delle Olimpiadi! E quante volte i soliti tromboni hanno decantato lo spirito di pace di qualsiasi sport, fosse anche quello di “giocare ai bottoni” (non quelli del potere ma quelli delle camicie!).
Ma che vogliamo farci: l’Occidente ripesca, inventa, pubblicizza e l’Occidente detta le regole e redige i certificati di buona condotta: buoni (tutti gli allineati, occidentali e quanti riconosciuti come tali) e cattivi, al cospetto degli dei d’occidente, tutti i non allineati, i non sottomessi, i popoli (e le genti) “ambiziosi” e pretenziosi di rispetto e dignità: ma dove vogliono arrivare con certe pretese? A conquistare il mondo? Ieri e oggi con “ipocrita” continuità!
Ci viene spontanea una domanda: e se tutto quello che chiamiamo oriente e tutto quello che è “meridione oppresso e spogliato” si staccasse da tutti gli organismi (sportivi “in primis”) creati e soggiogati dall’occidente cosa succederebbe? I numeri sono impietosi: resteremmo “quattro gatti” occidentali a “suonarcela e cantarcela” democraticamente e saggiamente parlando; sperando che a quel punto siamo capaci di resistere ai poteri del male e (soprattutto) non ci faremo convincere ad appellarci alla democrazia della guerra e alla saggezza delle armi di distruzione di massa. Ricordiamoci sempre che non è esatto quello che ci instillano quotidianamente: non siamo i migliori, non siamo i più forti e (del nostro) non siamo autosufficienti.
Il che ci porta a vagare per il mondo e perderci dietro ad alcune “farneticazioni” correlate.
L’inizio del terzo millennio è stato caratterizzato dal potenziamento (o raddoppio) del canale di Panama: studi vari dal 2001 al 2006; realizzazione dell’opera dal 2007 a seguire.
E contestualmente a studi e lavori sono esplose esponenzialmente le violenze in oriente, nel bacino del Mediterraneo, in Africa.
Si potrebbe pensare a una accelerazione della solita e rituale geopolitica; ma altri accadimenti e riavvicinamenti tra alcuni interpreti dei passati disastri con”isolamento”, non mascherato, di altri induce a pensare negativamente.
Così abbiamo in prima battuta l’ impressione che gli studi su “Panama” possano avere allarmato gli “oui” e “yes” si da indurli verso tre strategie (quasi si aspettassero un prossimo disastro): porre in essere ogni mezzo per ridisegnare confini e stati in medio oriente ed eventualmente consentire nuove espansioni e nuovi arrivi dal mondo; destabilizzare la fascia mediterranea dell’Africa (magari favorendo l’insediamento di governi del terrore) per meglio controllare e prendere; spopolare la fascia centrale del continente africano per avere una fascia di proprietà e/o di controllo totale dall’Atlantico al Mar Rosso.
Questo si pensa e si dice nell’universo delle leggende metropolitane, dove per altro circolano altre voci che parlano di stermini programmati (non solo quelli in atto) per chiudere vecchi conti “insoluti”, a favore dei soliti ignoti…
Tanto il tempo lenisce tutte le ferite e offre ai sopravissuti più forti tutte le possibilità di memoria e racconto: dal 100% di verità al 100% di menzogne.
Basta saper nascondere o cancellare.
Certo silenzio e oblio non giovano all’umanità, al mondo, all’universo.