Quanto benessere o quanto danno ha apportato alla società la fantascienza? Non sta a noi “quantificare”, né in senso positivo, né al contrario. Fatto sta che per gli avvenimenti che stanno caratterizzando questo ultimo anno il nostro Paese (cioè, l’Italia), sembra proprio che (in mancanza di fantasia) coloro che ci governano (ci riferiamo, in particolare, al premier Matteo Renzi) attingano a piene mani e spudoratamente alle “idee” trasmesse dalla letteratura “fantastica”. Il riferimento è piuttosto ovvio, scontato e inevitabile: a George Orwell (per chi non lo sapesse, pseudonimo di Eric Arthur Blair, 1903-1950) che, un anno prima di passare a miglior vita, dette alle stampe il ben noto “1984”. L’attuale realtà nazionale (per quanto attiene le decisioni “Renziane”) rispecchia quasi-quasi quanto descritto in questo famoso libro, anche se non siamo nel 1984 ma nel 2015.
Impossibile non trarre qualche citazione: “Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto”… “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”…
Questo articolo sarà considerato di “parte”? Ma certamente, bisognerà, però, che qualcuno ci spieghi di quale “parte” si tratti… Si, è indubbiamente vero: Matteo Renzi ci sta sullo stomaco, ma come non potrebbe con le cose che mette in moto?
L’ANSA, regina delle Agenzie di stampa per obbiettività e tempismo, ci informa: “Fa discutere il decreto attuativo del jobs act con cui il governo intende regolare il controllo informatico dei lavoratori”. Cosa significa? Le aziende potranno controllare computer, tablet e cellulari, così come i badge dei lavoratori senza che sia necessario un accordo sindacale o un’autorizzazione del ministero. In parole povere, dopo l’articolo 18 anche l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori va in soffitta: è quanto prevede la nuova riforma del mercato del lavoro! Sdegnata la reazione della Cgil: “Sui controlli a distanza siamo al colpo di mano. Le novità del Jobs act pongono un punto di arretramento pesante” rispetto allo Statuto dei lavoratori.
Come non fare riferimento a Orwell e al suo “1984” quando lo scrittore descriveva una società “governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello e il potere nelle mani di un partito unico, detto semplicemente il Partito, a sua volta diviso in Partito Interno (che comprende leader e amministratori) e Partito Esterno (formato da burocrati, impiegati e funzionari subalterni). I suoi occhi – quelli del Grande Fratello – sono i teleschermi, televisori forniti di telecamera, installati per legge in ogni abitazione. Questi televisori-telecamere, presenti ovunque, oltre a diffondere propaganda 24 ore su 24, spiano la vita di chiunque…”. Dunque il primo passo verso la società ipotizzata da Orwell il “buon” Matteo Renzi lo sta facendo e lo sta facendo… sotto gli occhi di tutti. Quei “tutti” che più di lamentarsi, purtroppo, non sanno fare.
Il “Piccolo” Matteo Renzi vuol diventare il “Grande Fratello”? Con i tempi che corrono, tutto è possibile!
Ma, scusate, il MUOS di Niscemi, del quale non si parla da tempo, non è già “Grande Fratello”?