Autosospeso, Crocetta al capolinea

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Rosario Crocetta si è “auto sospeso”, sicuramente unico passo propedeutiche all’abbandono definitivo dalla carica di presidente della Regione Siciliana con dimissioni che dovrà rassegnare in tempi brevi, forse nella stessa giornata di oggi. Un percorso obbligato, vista la gravità della situazione in cui si trova e denunciata dal settimanale “L’Espresso” in edicola domani venerdì.

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Fatale non solo la frase “Va fermata, va fatta fuori come suo padre” riferita a Lucia Borsellino pronunciata da Matteo Tutino (primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato giorni addietro) nel corso di una intercettazione telefonica con il presidente della Regione, ma soprattutto il silenzio che alle parole del medico non sono seguite. Rosario Crocetta ha dichiarato di non avere risposto perché quelle parole non le avrebbe sentite.

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L’auto sospensione di Crocetta arriva dopo che il sottosegretario Davide Faraone, luogotenente di Renzi in Sicilia, lo ha attaccato: “Le sue dimissioni sono inevitabili e inevitabili nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile”. Lucia Borsellino ha dichiarato all’agenzia di stampa ANSA di sentirsi “intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro. Non posso che sentirmi così”. Lucia Borsellino aveva rassegnato le sue dimissioni da assessore alla Sanità proprio dopo l’arresto di Tutino. Ora dal Pd al Movimento 5 Stelle, da Sel al Nuovo Centrodestra, tutte le forze politiche chiedono al presidente della Regione le sue dimissioni.

«Ora tutti chiedono le dimissioni di Crocetta. Tra questi anche coloro che per ben due volte lo hanno salvato dalla nostra mozione di sfiducia. Il Partito Democratico e l’Udc tentano disperatamente di far dimenticare ai siciliani la pesante responsabilità di aver inventato, sostenuto e difeso questo governo e le sue politiche per ben 33 mesi. Le ragioni per cui invocare un cambio di passo in Sicilia restano per noi quelle di sempre: creare le condizioni per un buon governo della nostra Isola, senza inseguire il mito di rivoluzioni fallite». Così il deputato Nello Musumeci, attualmente Presidente della Commissione regionale Antimafia, a commento delle dichiarazioni rilasciate a seguito della vicenda odierna che ha coinvolto il presidente della Regione siciliana.

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