di Salvo Barbagallo
Giorno di Ferragosto, dobbiamo accontentarci delle chiacchiere da bar? Purtroppo le chiacchiere non bastano e non sono solo quelle che si fanno al bar. Ci sono anche le parole-polemiche (che appaiono fuor di luogo) del ministro Angelino Alfano che contraddicono i dati sui migranti forniti dall’Oim, l’Organizzazione internazionale migrazioni, che indicano che il numero di sbarchi di migranti dall’inizio del 2015 ha raggiunto i 250 mila e già ha superato il totale degli arrivi 2014, mentre “oltre” 2.300 vite sono finite in fondo al Mediterraneo. Per Alfano sono 103 mila i migranti sbarcati in Italia dall’1 gennaio ad oggi, un migliaio in meno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. A chi credere? Arriviamo a polemizzare anche sul numero dei morti mentre si registra l’ennesima tragedia in mare con almeno quaranta vittime su un barcone soccorso al largo della Libia dalla nave Cigala Fulgosi, della Marina Militare italiana.
“Noi facciamo un mestiere diverso dalla Chiesa”, afferma Angelino Alfano in contrasto con monsignor Galatino che sull’argomento migranti aveva tirato le orecchie al governo italiano. Ha ragione Alfano: nessuno lo vede (o lo vedrebbe) a impartire l’Eucarestia in chiesa. Rasentiamo la blasfemia, no? Allora, meglio le chiacchiere da bar? Forse è meglio così, e rieccoci con i quattro soliti amici sotto il solito ombrellone. C’è quello che parla di più e quello che gli risponde che dice di saperne di più, il terzo che interviene tanto per conversare ma sempre in contrapposizione, il quarto che resta quasi sempre in silenzio.
Quello che parla di più, rivolto agli altri: “Non ditemi che in città si sta male di Ferragosto: c’è una calma assoluta, un silenzio magnifico…”.
Quello che ne sa di più: “Certo, non c’è nessuno, sono tutti al mare o in vacanza…”.
Il primo: “Il Paese è in crescita, lo ha detto Matteo, e se sono tutti in vacanza vuol dire che la gente ha da spendere…”.
Il terzo: “E’ vero, il Paese è in ripresa: il Pil è aumentato dello zero virgola due…”.
Quello che sta sempre zitto: “Io di economia non ne capisco, non so neanche che significa Pil, ma di matematica ne capisco, e come! Mi spiegate cosa significa una crescita dello zero virgola due? Lo zero significa o non significa qualcosa? E se è zero è zero, anche se virgola due. Per me questa è una grande stronzata, l’ennesima presa in giro. Si approfitta della gente, come me, che non capisce granché di queste cose. Io vedo che la disoccupazione aumenta, che i giovani si imbottiscono di droga, probabilmente perché non hanno l’impegno di un lavoro qualsiasi, in mancanza di qualcosa da fare. Poi chiudono le discoteche e hanno risolto il problema droga. Anche qui da noi la droga circola sotto gli occhi di tutti fuori dalle discoteche. E cosa fanno? Niente!”.
Quello che ne sa più degli altri: “La responsabilità di questo governo è enorme: vorrei capire dove vuole andare a parare Matteo. Tutti ormai sono convinti che non c’è prospettiva, che non c’è futuro. Il guaio è che non lo hanno capito solo i vecchi, lo hanno capito anche i giovani, ecco perché si sballano!”.
Il primo: “Prima o poi la pentola scoppia: gli italiani sono brava gente, ma fino a un certo punto. Quando si accorgeranno che il frigorifero è vuoto o quando vedranno pignorarsi l’auto o la casa, finiranno con il reagire. Vedrete che finirà proprio così…”.
Quello che ne sa più degli altri: “Campa cavallo…Chi si aspetta la reazione degli italiani ha perso in partenza…”.
Il terzo: “…E allora bisognerebbe far cadere Matteo!”.
Quello che sta sempre zitto: “Ma che sei scemo? Stai zitto, manco a pensarle queste cose. Stai dando di testa? “Come al solito, ora state esagerando. Meglio togliere le tende. Ne parliamo un’altra volta di queste cose… “.
Gli altri annuiscono, pagano il conto delle granite, al solito senza lasciare mancia, si salutano e ognuno se ne va per la sua strada.