di Salvo Barbagallo
Come era stato da noi ampiamente previsto, Rosario Crocetta, solo per poco “autosospeso”, è rimasto in sella, le dimissioni da presidente della Regione Siciliana non ci sono state, è finito annacquato il presunto scandalo della presunta e nota telefonata che lo aveva messo temporaneamente (?) in crisi, però è scomparso dalle cronache. Non è dato sapere se volutamente o meno, comunque non si mette in bella mostra neanche il governo dell’Isola (maggioranza e opposizioni fluttuanti): sembra che siano tutti al mare perché le vacanze estive vanno necessariamente prese. Chi può, lo fa. Sulle cronache restano soltanto i migranti (vivi o morti, non fa ormai alcuna differenza) e le polemiche che si trascinano e chi le anima hanno stancato, e pur tuttavia continuano e Matteo Salvini la fa da padrone e tiene banco ad Alfano e Galatino. L’altro Matteo, quello più importante che tiene in mano le sorti del Paese? L’altro Matteo (Renzi, per essere precisi, premier d’Italia) probabilmente è anche lui in vacanza da qualche parte e probabilmente se la ride, ma potrebbe essere il contrario perché, alla fine, una resa dei conti dovrà pur esserci, e settembre è alle porte. Come dicono gli esperti di meteorologia è in arrivo il ciclone Troy, travestito da cavallo di Troia, che ucciderà definitivamente l’estate. Lo afferma categoricamente Antonio Sanò, padre fondatore di ilmeteo.it: “Non si è ancora palesato ma potrebbe formarsi nei prossimi giorni e destabilizzare ciò che resta delle vostre vacanze. Ammesso che in vacanza siate riusciti ad andare…”.
E con la fuga dell’Estate dovranno ricomparire sulla scena i Crocetta & Company, i Matteo Renzi & Company: dovrebbero dare spiegazioni ai Siciliani e agli Italiani non di ciò che hanno fatto (?), ma di ciò che non hanno fatto e che avevano assicurato di fare con proclami a destra e a manca. I Crocetta dovrebbero spiegare ai Siciliani (ma quando mai…!) perché la Sicilia non riesce a uscire dal buco nero in cui è stata cacciata (da quanti governano ora, come da altri prima), Matteo Renzi perché il Pil in Italia è cresciuto solo dello zero virgola due, dovrebbe dire in quale scuole saranno collocati i 71 mila insegnanti e che faranno gli altri centomila e passa, ma soprattutto il premier dovrebbe personalmente e individualmente spiegare alle migliaia e migliaia di disoccupati perché per loro non c’è (e non ci sarà) lavoro, né futuro. Spiegazioni (previsione banale e vera) che non saranno fornite: si daranno, in cambio, speranze con il verbo coniugato al futuro, proclami che non costano niente, parole vuote e a vuoto. Sarà questa la Sicilia che i Siciliani vogliono? Sarà questa l’Italia che gli Italiani vogliono? Certamente no, ma i Siciliani e gli Italiani accetteranno lo stato delle cose così come verrà: non faranno nulla, non reagiranno (previsione banale ma vera) così come è avvenuto da tempo, da troppo tempo. Alla porta non bussa un nuovo Masaniello, non c’è nessuno disposto (almeno sino a questo momento) a dire un solenne “Basta!” non con le parole, ma con i fatti. Ma poi, con quali fatti?