I registi occulti (o no?) del potere

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di Salvo Barbagallo

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Vedendo come vanno le “cose” di governo dell’Italia, è legittima la domanda “Chi è il regista occulto ( o no) delle sorti del Paese?” Che sia legittima o meno, è estremamente difficile (e pericoloso) dare una qualsiasi risposta. Una delle tante verità che stanno oggi sul tappeto è che la situazione dell’attuale governo si muove da tempo  su livelli che definire “equivoci” può sembrare un eufemismo. La complessità degli eventi che si sono succeduti, dall’avvento al timone del premier Matteo Renzi, lascia ampio spazio alle interpretazioni più disparate, tutte (o quasi) con il segno negativo. In questo scenario oscuro il punto che appare più grave (a chi cerca di analizzare quanto accade) è l’indifferenza con la quale gli avvenimenti vengono accolti dagli italiani. Nella concretezza, è come trovarsi ai bordi di un “buco nero” preparato a risucchiare tutto verso un fondo sconosciuto.

Dalle smargiassate alle promesse che già in partenza si capisce che non verranno rispettate, gli italiani non stanno più a guardare (niente critiche, niente proteste, niente di niente) quanto viene deciso nei Palazzi parlamentari: non c’è interesse a conoscere quelle riforme che il governo vuole fare, non c’è interesse verso gli scandali che si susseguono in maniera impressionante, non c’è interesse verso quanto porta avanti (o non porta avanti) la magistratura. L’odierno stato delle cose dovrebbe preoccupare ma non si determina nessun “allarme”: questo è il risultato più eclatante dell’avere tolto alla collettività il diritto ad esprimere la sua volontà. Responsabilità che ricade, comunque, anche sulla collettività che ha dato delega in bianco a chi la doveva rappresentare. Oggi tentare un recupero dei valori perduti è praticamente impossibile.

pur2L’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano ha dimostrato che si può interferire nelle vicende di governo, e ciò nell’apparente acquiescenza di Sergio Mattarella, effettivo titolare del ruolo politico più importante del Paese. Anche in questo caso le sporadiche critiche sull’intervento di Napolitano sono venute da pochi (se pur autorevoli) “addetti ai lavori”, con nessuna conclusione pratica. Questa palese intromissione avrebbe potuto o potrebbe dare adito a una serie di riflessioni su chi detiene veramente le leve del comando del Paese, ma le critiche non sono andate più in là di una discussione dal carattere accademico. E tuttavia il nodo cruciale di quanto si è verificato nell’ultimo anno (e che sta proseguendo con grande fatalità) potrebbe stare proprio in quest’ultimo intervento dell’ex Capo dello Stato: la dimostrazione (ma badiamo bene, è solo un’ipotesi fantapolitica!) che coloro che rappresentano la collettività nelle espressioni di governo siano solo le controfigure di chi non si vede, di chi non appare. ma che opera attraverso loro, servendosi di loro. Anche gli sprovveduti, stante così le cose, si dovrebbero rendere conto che esiste realmente una regia fuori dalle quinte.

Da parte nostra non c’è alcuna intenzione di gridare al complottismo, e però, al di là delle nostre intenzioni, ciò che si verifica quotidianamente (sotto gli occhi di tutti, anche se indifferenti), favorisce e giustifica la teoria della cospirazione. Probabilmente la questione potrebbe essere di più semplice spiegazione, di più basso profilo: si potrebbe legittimamente ritenere che  si tratti solo di interessi che si muovono in una direzione o in un’altra a seconda della convenienza temporale. Ovviamente, se così fosse, nulla cambierebbe nel quadro generale: il potere, è noto, si muove e agisce sempre secondo interessi specifici. Quindi, in un modo o in un altro, gli interessi ci sono e sono sempre eguali: sono quelli di natura economica.

Resta la domanda alla quale bisognerebbe dare risposta: “Chi è il regista occulto?”.

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