L’assessore vuol chiudere l’UTIC di Taormina

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di Nello Cristaudo

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La scure della rimodulazione del piano di rifunzionalizzazione della rete ospedaliera territoriale  siciliana, voluta dal neo assessore regionale alla salute  Baldo Gucciardi, sembra abbattersi sull’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. A farne le spese dovrebbe essere l’unita operativa complessa di cardiologia del nosocomio alla quale  -se dovesse essere confermato il ridimensionamento– verrebbe soppressa l’UTIC (unità terapia intensiva cardiologica). Nella nuova pianta organica dell’ASP 5 Distretto di Taormina, scomparirebbe, infatti, l’importante servizio necessario in un moderno reparto di cardiologia specialmente per i primi soccorsi agli infartuati e, successivamente,  per il decorso post operatorio per i pazienti provenienti dal trattamento salva vita di emodinamica  dove, nella adiacente sala operatoria all’UTIC, vengono portati gli ammalati ove vi si praticano  angioplastiche con applicazione di stent.

Eligio-GiardinaLa notizia, trapelata in questi giorni mediante un comunicato del primo cittadino della città, Eligio Giardina, il quale sull’argomento ha fatto subito sentire la sua voce anche perché,  nei mesi scorsi, ha usufruito dell’Utic  essendo stato anch’egli colpito da infarto. “E’ una pazzia privare il territorio del presidio UTIC”  tuona il sindaco, il quale continuando afferma: “Spero che non si concretizzi un’ipotesi del genere che costituirebbe un grave vulnus. Sono in attesa che il direttore generale dell’ASP 5 di Messina, Gaetano Sirna, peraltro nostro concittadino, rientri a Taormina  a cui ho già inoltrato  la richiesta di un incontro per capire la vicenda. Ma se malauguratamente  dovesse esserci qualche conferma – continua il sindaco – sono pronto a fare le barricate. Non si può lasciare sguarnito un territorio da Messina a Catania (l’ospedale di Taormina è l’unico in tutto questo vasto territorio ad avere l’Utic e l’emodinamica n.d.r.) senza un presidio dell’UTIC e di emodinamica. Sarebbe deleterio, è una vera e propria pazzia e fonte di tanti morti per mancanza di una struttura che già esiste”. Inoltre il primo cittadino ha concluso dicendo che della vicenda investirà anche gli organismi regionali a partire dal Presidente Crocetta, quando il 14 settembre prossimo, saranno a Taormina dove terranno una riunione della giunta regionale.

E mentre l’assessore regionale alla salute, Baldo Gucciardi, chiude un accordo di programma con i vertici romani che permetterà l’arrivo nell’isola di un nuovo flusso di finanziamenti per la sanità siciliana di 440 milioni di euro necessari a migliorarla, si prospettano piani di ridimensionamento fatti a tavolino- calati dall’alto – senza tenere in conto le necessità di un territorio, disconoscendone le reali situazioni e mettendo a dura prova i già provati pazienti colpiti per l’appunto dalla malattia. Una logica assurda che trova nella intrinseca illogicità la sua radice,  privando di del diritto alla salute, principio costituzionalmente garantito, tutti i cittadini,  regola che non sottostà  e non  subisce le pseudo teorie di una razionalizzazione dissennata.

uticDa quanto è dato sapere, il manager dell’ASP 5 di Messina Gaetano Sirna, sempre attento alle esigenze del nosocomio taorminese e dell’intero territorio dell’azienda a lui affidata, pare abbia dichiarato che il piano  sarà rimodulato e terrà nella giusta considerazione le esigenze palesate dal primo cittadino taorminese, tranquillizzando anche i cittadini del territorio interessato.   Noi, intanto, registriamo anche una presa di posizione di comitati cittadini, che protestano vibratamente per l’assurda vicenda, i quali si dichiarano pronti a scendere in campo con manifestazioni di malcontento e di dissenso clamorose se il piano non sarà cambiato. L’eventuale chiusura dell’Utic  significherebbe catapultare il San Vincenzo ad almeno 20 anni fa, quando le più recenti tecniche salvavita agganciate anche alla strumentazione di emodinamica, non venivano praticate in reparti del genere provocando diversi decessi per l’eccessiva distanza da questo  territorio di strutture idonee, cosa che oggi invece  si evitano grazie all’efficienza di questa utile e necessaria unità medica.

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