di Mario Di Mauro*
Nel 1986 ci fu il primo allarme sulla presenza di scorie radioattive e altri rifiuti tossici nella miniera di salgemma>kainite di Pasquasìa (Enna), una delle più grandi ed efficienti del Mondo. “Terra e LiberAzione” partecipò attivamente alle proteste che ne seguirono, e non solo su “posizioni ambientaliste” (sulle quali eravamo tutti d’accordo), ma sulla linea anticolonialista-indipendentista. Eravamo un centinaio in tutto.
La localizzazione del Deposito nucleare era stata realizzata dall’ENEA, l’Ente Nazionale per l’Energia Atomica. MgSO4-KCI-3H2O, la kainite, che serve più dell’oro: se ne ricava il solfato di potassio, componente fondamentale nella produzione di fertilizzanti.
Un impianto modernissimo, a ciclo continuo, con pale frontali e perforatrici potentissime, carri spatola e dumpers, disgaggiatori meccanici e piattaforme aeree, nastrolinee con bilance dosimetriche: un gioiello di tecnologia. Pasquasìa, a pieno regime, avrebbe un potenziale produttivo di almeno 30 anni, sessanta milioni di tonnellate! Nel nostro modello econometrico si traducono in vettore di Sovranità agro-alimentare del sistema-Sicilia con durata stimata di 1000 anni!. Ma questa proiezione la può formulare solo chi ha assimilato i fondamentali della Scuola del Realismo dialettico. Non un bocconiano qualsiasi.
La Miniera è stata chiusa dalla sera al mattino, nel 1992, con una operazione perfetta, dallo spettacolo neo-coloniale. Cinquecento tecnici ed operai specializzati vengono ingoiati dalla Palude del parassitismo burocratico e clientelare, un General Intellect strategico scaricato dall’Entità e bruciato dal niEnte inutile “Regione siciliana”. Il complesso produttivo –peraltro di magnifica architettura industriale- va ben presto in malora. Oggi è allagato da liquami all’amianto e serve una barca di quattrini per bonificarlo…
Per la cronaca: è probabile che ci sia un appunto sulla “Questione Pasquasia” nell’Agenda Rossa di Paolo Borsellino, in una pagina di Giugno, un mese prima della Strage di via D’Amelio. La miniera viene chiusa definitivamente il 27 Luglio 1992. Il sospetto è l’anticamera della Verità.
Il mercato mondiale del solfato di potassio è, da allora, un oligopolio franco-tedesco (la KernEuropa!), delle economie agro-industriali sviluppate solo il Canada pare non esserne ricattabile, oltre ad Israele, ma lo estrae dalle acque del Mar Morto. Quanto vale questo “mercato”?. Anche solo a voler monetizzare c’è da restare traumatizzati: secondo Thomas Chaize (storico della tecnologia, franco-canadese, pubblica le sue analisi sul sito www.dani2989.com) : “Il mercato mondiale dei sali potassici è in mano a un club di poche multinazionali. Il biglietto d’ingresso per entrare nel club può costare anche 3 miliardi di dollari…”.
Dal 1986 continuammo a seguire “Pasquasìa” nell’ambito della Questione del Sottosuolo siciliano. Fino a stasera (4 agosto 2015). E, come nel gioco dell’oca, si ritorna alla casella di partenza. Prendere nota: SOGIN (Società di Gestione Impianti Nucleari), su mandato della Commissione Europea (Nucleare), ha realizzato l’ennesimo studio sulla localizzazione del Deposito per le scorie radioattive. Tra i pochi luoghi individuati, alcuni forse solo come diversivo, spuntano Resuttano (Pa) e Salinelle (En) e, in pole position, Pasquasìa, la cui storia mineraria è una metafora perfetta del modello neo-coloniale imposto alla nostra Isola.
Sarebbe la conclusione logica di una tragicommedia lunga un secolo esatto. Ci sono già circa 100 mila metri cubi di scorie stoccate e da “depositare definitivamente”, per non dire che Enel dal Nucleare “europeo” non è mai uscita e l’intera Padania è alimentata col contributo decisivo delle centrali atomiche francesi… Ci rifilerebbero, con la monnezza nucleare della Sanità lombarda e delle defunte Centrali italiane, anche quella di Parigi?. “Ce lo chiede l’Europa!”. “Siete i soliti terroni parassiti e piagnucolosi!”. E c’è anche il Segreto di Stato (G.U. 16 aprile 2008 n.90)!. Quanto a certi Comuni della Riserva Sicilindiana se li possono comprare con un pugno di perline. Amen?
“La rapina del petrolio siciliano. La Sicilia finanzia il Nord –Il caso della Piattaforma VEGA”. Era il titolo di apertura di “Terra e LiberAzione” – Autunno 1987, stampato a Roma, da dove, giovanissimi, tentavamo di rompere il nostro isolamento politico.
E’ di stamattina (6 Agosto 2015) la notizia di un inedito accertamento fiscale della Guardia di Finanza di Ragusa. Il complesso della Piattaforma estrattiva Vega (Edison 60%-ENI 40%) non risulta neanche registrato al catasto! E’ abusivo! Ecco perché i proprietari non possono pagare neanche l’ICI-IMU al Comune di Scicli. E’ bastato un rilevamento mappale-GPS che può fare anche un bravo geometra… Finirà a causa, e l’ENI cause non ne perde. Piuttosto siano prudenti i finanzieri, la Bestia, il Cane a sei zampe, vede tutto, ed è pericolosa: forse non la conoscete abbastanza. Né si può dire che Edison in Sicilia sia la sorella minorata del Cane: il Golpe elettrico del gennaio 2010 si dovrebbe studiare nelle Scuole di Intelligence. Non solo paghiamo, tutti i Siciliani, la bolletta elettrica più alta d’Europa, ma sarebbe perfino colpa nostra!
“Dal 1954 al 1993, un quarantennio, sono stati estratti in Sicilia 450 milioni di barili di petrolio e 15 miliardi di metri cubi di gas. Ci riferiamo solo al petrolio estratto e lavorato in Sicilia, e regolarmente registrato” (Terra e LiberAzione, Inverno 1994). Non è calcolabile il contrabbando d’alto bordo, attraverso la corruzione o le manomissioni dei contatori dei gasdotti di cui ci parlarono nostri amici libici nel 2004. Non stiamo parlando in generale della trasformazione in benzine o plastiche -che comprende, in larga misura, materia prima acquistata sul mercato mondiale e sulla quale, neutralizzato lo Statuto “speciale” –che esclude le “imposte di produzione” (art.36) ma non la possibilità impositiva regionale sulle imprese operanti nell’Isola ma con sede centrale situata altrove (art.37)- ci si potrebbe scrivere una Tragedia greca.
Le multinazionali colonialiste, specie italiane, hanno comunque evaso in 40+20 anni l’equivalente di almeno 100 MILIARDI DI EURO attuali: tasse ordinarie, normali, perfino l’ICI-IMU off shore in acque territoriali siciliane (fino a 12 miglia marine). Fiscalità -peraltro sostenibilissima visti i profitti miliardari- dovuta al Popolo siciliano, più che a questa Regione di ascari e corrotti! Tasse invece versate perfino alla Regione Lombardia, nella migliore delle ipotesi, o eluse del tutto in paradisi fiscali e fondi neri per tangenti colossali: l’ENI, con Finmeccanica, è il cuore di tenebra dell’imperialismo straccione italiano. Gode di impunità assoluta. Altro che “Casta”!
Lapo Pistelli, uomo dell’ENI nel PD di cui ha diretto la politica estera per anni, si è di recente dimesso dalla “Casta” per entrare direttamente in ENI con una carica di vertice con delega ai rapporti con le ONG! I commenti del giornalistume: “Pistelli lascia la Politica!”. Poveri fessi: Pistelli l’Africano comincia ora a Fare Politica, prima faceva onestamente il “lobbista farnesiniano”: la Realtà è esattamente al contrario da come lo Spettacolo la narra attraverso i suoi gazzettieri. Ora, dopo decenni di Pet Coke “rinnovabile”, ci venderanno anche la balla spaziale del biocarburante ecosostenibile in versione gelese (tagliando foreste in Mozambico?) e, a colpi di “Sblocca Italia”, ci trivellano tutto il nostro Mare antico, sul quale l’Isola non può rivendicare alcunchè, neanche lo straccio bruciato del vecchio Statuto: l’Isola senza Mare! Al momento le basti sapere, caro Pistelli, che l’unico indotto che questo vostro Deserto petrolchimico neo-coloniale produce in Sicilia sono le cliniche oncologiche: a Parigi, Padova, Milano… A parte che il petrolio e il gas appartengono ai Siciliani; a parte che tecnicamente hanno anche molte alternative, magari integrative nella Transizione: con le migliori isoradiative d’Europa la Sicilia accederebbe alla Sovranità energetica in 24 mesi. Invece, come previsto, ci rubano anche le tanto strombazzate “energie rinnovabili”: il Sole, il Vento e perfino la Monnezza. Un Miliardo all’anno, “rinnovabile” per 20 anni. Senza Sovranità, noi Siciliani, siamo niente. Ce la prendiamo con Pistelli? Senza una titanica Lotta per l’Indipendenza il Popolo siciliano è morto.
* – Mario Di Mauro-Fondatore e Presidente dell’Istituto “Terra e LiberAzione”