Tra emergenza profughi e fatti “spiccioli”

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di Salvo Barbagallo

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Mentre aumenta paurosamente il numero dei profughi-fuggitivi che rimangono vittime nel viaggio della speranza per approdare in una patria (non loro) dove trovare pace e lavoro, nessuno si chiede dove questi esseri umani privi di qualsiasi sostentamento trovino migliaia di euro per pagare quel “biglietto” che li porti lontano dalle guerre e dalla fame. Così come nessuno (?) si chiede perché (almeno fino ad oggi) quanti continuano a parlare di “umanità” e “solidarietà” non siano stati in grado di formulare un vero piano che possa concretamente aiutare questa gente e non con le lampedusa-300-migranti-mortidiscutibile “accoglienze” o pseudo assistenza, come purtroppo sta accadendo. Quanti morti ancora devono costellare questo esodo che (ormai è noto) non si arresterà? Ora dicono: “Finalmente si è presa coscienza della crisi”, e pur tuttavia nessuno ipotizza di convocare un incontro mondiale affinché tutti coloro che hanno nelle mani i destini del mondo si responsabilizzino e agiscano di comune accordo per mettere la parola “fine” a questa immane tragedia. Si assiste ogni giorno a qualche  show di qualche personalità politica, che pronuncia le solite parole “umanità” e “solidarietà”, parole che, nella pratica, hanno perduto il loro vero significato dal momento che non seguono fatti tangibili. Si specula sul dolore ma non si grida allo “scandalo”, né c’è sdegno, come detto in più circostanze. I titoloni sui giornali, i dibattiti non-stop sull’argomento non fanno notizia: è subentrata l’abitudine, che sta provocando indifferenza e, in molti casi, anche intolleranza. Troppi gli interrogativi in merito alla complessa questione, come più volte abbiamo evidenziato.

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AdinolfiE mentre questa tragedia si consuma (riempiendo pagine di giornali e telegiornali e quant’altro) fatti di dimensione diversa, fatti “spiccioli” di casa nostra (volutamente, oppure no) vengono ignorati e, di conseguenza, passano inosservati, o quasi. E’ il caso del “Capitano Ultimo”, cioè il caso della “defenestrazione” del colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio dal comando operativo del ”Noe” con la motivazione di un normale avvicendamento e “cambiamento strategico nell’organizzazione dei reparti”. Nulla di straordinario, sono cose che capitano. Forse se ne parlerà fra qualche tempo, quando la Procura di Firenze chiuderà un altro “caso”, quello sul contenuto delle intercettazioni Renzi-Adinolfi effettuate dal NOE dei Carabinieri coordinato proprio dal colonnello Sergio De Caprio, ora passato a servizi non operativi. La Procura di Firenze – come informa “Il Fatto Quotidiano”, per quel che ci risulta, l’unico giornale che ha pubblicato la notizia -ha, infatti, aperto un fascicolo “per il reato di omissione di atti d’ufficio a seguito di un esposto, per accertare se il generale della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi, ha bloccato alcune indagini a carico di Matteo Renzi quando era a capo del comando interregionale di Emilia e Toscana tra il 2011 e il 2014. Gli anni della fulminea ascesa al potere dell’ex rottamatore. Il fascicolo è modello 44, con notizia di reato – articolo 328 del Codice penale, rifiuto, omissioni di atti d’ufficio – a carico di ignoti”. L’esposto alla Procura di Firenze è stato presentato da Alessandro Maiorano, un dipendente del Comune di Firenze che dal 2011 ha presentato numerose denunce contro Renzi, tanto da essere querelato dal premier per diffamazione. E’ probabile che per quest’ultimo esposto Alessandro Maiorano si prenda una nuova querela, e la vicenda si chiude, come potrebbe essere possibile (?) che qualcosa dalle indagini della magistratura toscana finisca con il venir fuori. Intanto a pagare per quelle intercettazioni è il colonnello Sergio De Caprio.

Una storia “spicciola”, questa dell’ex “Capitano Ultimo” a fronte di quanto sta accadendo nelle acque del Mediterraneo o nei territori europei, mala quotidianità, purtroppo, è costituita da fatti piccoli e grandi: il guaio è che non si risolvono questi “fatti”, piccoli o grandi che siano.

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