di Nello Cristaudo
Lo scoppio di una bombola di gas ha distrutto, verso le due e venti della notte tra domenica e lunedì, una abitazione al secondo piano di una palazzina sita in via San Filippo nel quartiere Bordonaro di Messina. L’esplosione ha provocato ingenti danni e la morte di due persone madre e figlio: Giovanna Cucinotta, 94 anni e Antonino Currò, di 53, impiegato precario alla Provincia. Il boato, avvertito nell’intero rione e paragonato dagli abitanti ad una forte scossa tellurica, insieme alle fiamme non hanno lasciato scampo ai due mentre l’onda d’urto ha divelto i vetri delle abitazioni circostanti. Gli investigatori indagano sulla dinamica dei fatti e da una prima ricognizione, effettuata dai Vigili del Fuoco, molti elementi fanno propendere per la pista dell’omicidio-suicidio. Infatti, quando i pompieri sono entrati nella casa, si sono indirizzati alla volta della camera da letto per constatare se qualcuno fosse rimasto coinvolto.
Lì vi hanno trovato carbonizzati i corpi delle due vittime e nella stessa stanza anche una bombola di gas ancora aperta che non alimentava niente, nessuna stufa né altro utensile ad alimentazione a gas che potesse giustificarne l’utilizzo, tanto che le supposizioni di una fuga di gas sono apparse sin da subito labili. Facendo una ipotesi ricostruttiva dell’evento, è probabile che la donna, avvertendo la puzza di gas, si sia svegliata ed accendendo l’ abatjour del comodino, abbia innescato l’esplosione. Nella cucina dell’appartamento la rete del metano era chiusa. Come ha dichiarato il comandante dei Vigili del Fuoco di Messina, Pietro Foderà, di solito una bombola di gas non viene mai posta in camera da letto per cui, gli inquirenti, tendono ad ipotizzare che si possa trattare di un tentativo di omicidio-suicidio – posto in essere probabilmente dal figlio – per gli elementi riscontrati. È chiaro che la tesi dovrà essere accertata e verificata da parte degli investigatori, prima di affermarne la reale concretezza. Molti dei vicini sono stati ascoltati sull’accaduto e la vita dell’uomo viene scandagliata ai raggi x per ricercare dei motivi che potrebbero averlo indotto, come sembrerebbe, a lasciare aperta la valvola del gas della bombola ponendo di fatto fine alla sua vita e a quella della madre.