Migranti, l’altra faccia della medaglia

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di Salvo Barbagallo

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In riferimento al tragico esodo di migliaia e migliaia di esseri umani dai Paesi in guerra (Siria, Nord Africa, eccetera), tutti diretti in Europa, al di là della dovuta solidarietà (per Un intento nobile ma del quale, intanto, viene esaltata solo la tedesca Merkel), ci sono aspetti che spesso (e a molti) sfuggono. Come suol dirsi, la medaglia non ha mai una sola faccia.

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profUno degli aspetti quasi ignorati (volutamente?) riguarda il lato economico della questione, che è stato messo in luce giorni addietro (il 7 settembre scorso) da Stefano Zurlo sul quotidiano “Il Giornale” con un articolo dal titolo già emblematico: “Riparte il business dell’accoglienza. Dalla Ue 20 milioni per i profughi”. Stefano Zurlo non ha peli sulla lingua, ed è (a nostro avviso) opportuno leggere attentamente quanto sottolinea: “Solidarietà e business. Carità e affari. I migranti muovono i sentimenti ma anche i numeri. E la Commissione europea mette in gioco cifre importanti per facilitare la ridistribuzione dei profughi fra i 28 partner dell’Europa. Seimila euro per immigrato andranno a quei Paesi, in testa la Germania, che accetteranno sul loro suolo i disperati in marcia tra una nazione e l’altra. Cinquecento euro a persona verranno dati per ammortizzare le spese di trasferimento di quegli Stati che invece vedranno diminuire il carico umano sul proprio territorio. In sostanza questa seconda tranche di aiuti raggiungerà la prima linea dell’esodo biblico di questi mesi: Italia, Grecia, Ungheria. In pratica si parla di 156mila migranti che verranno trasferiti alleggerendo il peso che oggi grava su Roma, Atene, Budapest. Un intento nobile, ma anche un flusso economico non da poco. Dall’Italia dovrebbero partire qualcosa meno di 40mila richiedenti asilo oggi accampati qua e là per lo Stivale. Il nostro governo sperava in un intervento ancora più massiccio dell’Europa che invece ha deciso di privilegiare Ungheria e Grecia, ma in ogni caso basta moltiplicare 500 per 40mila per capire che sul piatto ci sono 20 milioni di euro. E il pensiero, anzi il retropensiero, corre al Cara di Mineo e agli altri centri che si sono guadagnati le prime pagine dei giornali a colpi di esposti, ammanchi e avvisi di garanzia… “.

prof1Quattro parole che non dovrebbero essere sottovalutate e che dovrebbero essere tenute nel giusto conto: Solidarietà e business, carità e affari. Tutto ruota attorno a questi quattro elementi che, alla fine, caratterizzano la “questione” accoglienza dei disperati. Questo aspetto della “questione” raramente viene posto in evidenza, e non c’è da chiedersi il perché.

Un’altra faccia della medaglia (ignorata, o quasi) riguarda la nazionalità del migrante-profugo: Germania, Austria, Gran Bretagna aprono le porte esclusivamente ai Siriani. E le migliaia e migliaia di persone che fuggono da altri Paesi in guerra, o da Paesi dove si muore letteralmente di fame, li ributtiamo nel Mediterraneo a fare compagnia ai loro compagni di sventura che giaccione nelle profondità, a quei compagni meno fortunati di chi è riuscito a raggiungere la propaggine estrema di quella che hanno ritenuto ritengono “terra promessa”?

prof2C’è qualcosa di distorto nell’affrontare una problematica così ampia, ricordando anche che si ricorre a strumenti bellici (probabilmente inevitabili) per andare all’origine di quello che viene considerato il “male”, nel tentativo di estirparlo. Le esperienze vissute (come in altri articoli abbiamo affermato, sono un inquietante déjà-vu) hanno ampiamente dimostrato che i risultati e le conseguenze di certe azioni militari non hanno prodotto nulla di buono, ma hanno peggiorato le situazioni.

prof3E’ una sorta di cul-de-sac per l’Occidente, e chi l’Occidente oggi rappresenta non riesce a tirarsene fuori. Si può ancora parlare di un intento nobile nella questione dei migranti-profughi? O si deve parlare solo di interessi a vari livelli che promuovono e muovono i meccanismi di una immensa tragedia umana, nata e provocata pur sempre da altri “umani”?

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