MUOS, casa mia non ti riconosco

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di Salvo Barbagallo

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La prima sensazione che hai è che ti senti straniero, che non ti senti a casa tua, eppure siamo a Niscemi, provincia di Caltanissetta, regione siciliana, Contrada “Ulmo”. E’ in questo luogo (che dovrebbe essere una “riserva protetta” “siciliana”) che la Marina degli Stati Uniti ha installato il temibile MUOS, più che noto per le proteste che la popolazione locale, e non, ha portato avanti da tempo per bloccarne la costruzione. Il MUOS, però, è installato e, prima o poi (se non già) entrerà in funzione. L’8 luglio scorso era attesa la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo (Cga) dopo che il Tar aveva definito “abusivi” i lavori che erano stati compiuti. Al Tar sono seguiti altri due significativi “Alt” della magistratura: quello del Tribunale di Caltagirone, che ha posto sotto sequestro l’impianto, e quello del Tribunale del Riesame, che ha confermato le disposizioni precedenti. Ma il Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo ha richiesto l’acquisizione di un documento che non aveva agli atti (la Valutazione d’incidenza) prendendo praticamente tempo sulla decisione da adottare sino a questo mese di settembre (?).

Nel pomeriggio di ieri (giovedì 3 settembre) gli avvocati Sebastiano Papandrea e Paola Ottaviano legali del coordinamento regionale dei comitati NO MUOS, hanno diramato la seguente  nota:

In data odierna il CGA ha depositato la Sentenza n. 581/2015 relativa alla vicenda del MUOS di Niscemi. Si tratta di una Sentenza non definitiva con la quale accoglie parzialmente sia Motivi d’Appello del Ministero della Difesa, sia motivi di appello incidentale del Comune di Niscemi e di Legambiente.

In estrema Sintesi, il CGA, pur riconoscendo l’invalidità della cosiddetta “revoca delle revoche” del governo Crocetta del luglio 2013 annulla le revoche (correttamente qualificate dallo stesso CGA come annullamenti d’ufficio) del marzo 2013 sulla scorta della considerazione che il governo regionale non avesse compiuto una sufficiente istruttoria sull’effettiva carenza degli studi sugli effetti del Muos su salute umana ed ambiente, tale da giustificare gli atti di annullamento.

Quindi, per il Consiglio di Giustizia Amministrativa restano da esaminare le questioni riguardanti i vizi delle autorizzazioni originarie (del giugno 2011) denunciati dalle parti ricorrenti ed al riguardo ritiene non esauriente la verificazione eseguita in primo grado e ritiene di dover disporre un approfondimento mediante la nomina di un Collegio di 5 verificatori di cui due nominati dal Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (C.N.R.) e dal Presidente del Consiglio universitario nazionale (C.U.N.) ed altri tre individuati nel Ministro pro tempore della salute, nel Ministro pro tempore dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e, per i profili attinenti alla navigazione aerea (in ragione dei pericoli per la sicurezza pubblica e, quindi, anche per la salute delle popolazioni, ipoteticamente riconducibili al pericolo di incidenti aerei), nel Ministro pro tempore delle infrastrutture e dei trasporti.

I verificatori dovranno rispondere ai seguenti quesiti:

1) quale sia l’effettiva consistenza e quali siano gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto Muos, quando funzionante, considerato sia isolatamente sia in cumulo con gli impianti di radiotrasmissione già esistenti e ricadenti all’interno del territorio siciliano potenzialmente suscettibile di essere investito dalle emissioni prodotte dal suddetto impianto;

2) se tali emissioni siano conformi, o no, alla normativa (sovranazionale, nazionale e regionale) in materia di tutela dalle esposizioni elettromagnetiche, di tutela ambientale delle aree SIC e di prevenzione antisismica;

3) se le emissioni elettromagnetiche dell’impianto Muos possano mettere in pericolo, tenendo conto anche della possibilità di un errore di puntamento delle antenne, la sicurezza del traffico aereo civile.”.

La prosecuzione del giudizio è fissata per la prossima udienza del 16 dicembre 2015.

La sentenza del CGA ci lascia molto amareggiati e perplessi in quanto non appare in alcun modo condivisibile la considerazione per cui l’annullamento delle autorizzazioni, fatto dalla Regione Siciliana nel marzo 2013, non sia legittima. Ricordiamo che quell’atto fu conseguente alla messa in luce, durante due sedute di commissioni regionali, di tutte le carenze istruttorie relative all’iter delle autorizzazioni. Ci lasciano seriamente perplessi le motivazioni del rigetto delle questioni di legittimità costituzionale, che in questi anni sono state sollevate anche in sede parlamentare e condivise da importanti costituzionalisti. Infine ciò che stupisce di più è la decisione di predisporre una nuova verificazione da parte di un collegio di cui tre membri su cinque sono ministri della Repubblica. In che modo potrebbe mai essere considerato un organo obiettivo un collegio così sbilanciato a favore del governo, di cui un ministero, quello della difesa, è una delle parti in causa? E su quali basi può essere fatta una nuova verificazione sull’impatto sulla salute e sulle interferenze aeree se i dati per i calcoli delle emissioni delle parabole del MUOS continuano ad essere secretati da parte della marina USA? Una sentenza che più che su un piano giuridico ci sembra muoversi su uno politico, calpestando ancora una volta i diritti delle persone che devono sempre sottostare ad interessi più forti e legati a logiche belliche e devastanti.

nisc1Emanuela Fontana scriveva due mesi addietro sul quotidiano “il Giornale” che il Consolato americano a Napoli ”aveva fatto sapere che, in caso di un ennesimo “no” al Muos da parte dei giudici italiani, la vicenda sarà gestita dagli Stati Uniti “con minore pazienza”. Nell’eventualità in cui il Cga dovesse confermare i rilievi del Tar, per il governo Renzi si aprirebbe una strada irta di difficoltà: “come accontentare gli Stati Uniti rispettando la giustizia italiana?”. Va evidenziato che ad opporsi alle sentenze della magistratura italiana è stato il ministero della Difesa italiano che ha presentato ricorso contro la decisione del Tar con appello al Cga di Palermo: la massima autorità amministrativa della Sicilia dalla quale ora si attende una sentenza chiarificatrice.

Intanto le tre grandi antenne circolari con un diametro di 18,4 metri e due torri radio alte 149 metri sono già installate. Sono questi gli elementi portanti della stazione terrestre del sistema MUOS (Mobile User Objective System) di telecomunicazione satellitare che la Marina Militare degli Stati Uniti ha già probabilmente in fase di collaudo.

Il terminale terrestre di Niscemi è l’esatta copia di quello creato nell’agosto 2008 a Wahiawa, Hawaii, ampiamente collaudato, dunque operativo: il MUOS di Niscemi non può essere “neutralizzato”, essendo una delle quattro infrastrutture militari che si integrano fra di loro per assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare che collegherà tra loro i Centri di comando e controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawk (UAV-velivoli senza pilota), eccetera.

Il MUOS (acronimo di Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) militari ad alta frequenza (UHF) e a banda stretta (non superiore a 64 kbit/s), gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il sistema è composto da quattro satelliti (più uno di riserva) e quattro stazioni di terra, una delle quali è stata terminata a fine gennaio 2014 a Niscemi.

nisc2Il MUOS comprende quattro impianti di stazione a terra. La selezione dei siti è avvenuta nel 2007 con la firma di un “Memorandum of Agreement” (MOA) tra la marina degli Stati Uniti e il Dipartimento della Difesa australiano e con quello italiano. Le quattro stazioni a terra, ognuna delle quali serve uno dei quattro satelliti attivi, sono ubicate presso l’Australian Defence Satellite Communications Station a Kojarena a circa 30 km a est di Geraldton, Australia dell’ovest; il Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) a Niscemi, a circa 60 km dalla Naval Air Station di Sigonella; l’NGaval SATCOM Facility, Northwest, Chesapeake nel Sud-Est della Virginia; il Naval Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific nelle isole Hawaii. Il programma MUOS è nella sua fase di completamento finale: sono stati messi in orbita i primi 3 satelliti, il quarto possibilmente entro il prossimo ottobre, mentre si prevede la messa in orbita del quinto (di riserva) entro il 2016.

Va ricordato che la procedura per la realizzazione del nuovo impianto di telecomunicazioni a Niscemi prese formalmente il via il 24 gennaio 2007. Il comando dell’Aeronautica militare italiana di Sigonella inoltrò il progetto MUOS all’Assessorato regionale territorio e ambiente, diretto al tempo da Rossana Interlandi (Mpa), ex consigliere d’amministrazione dell’Università di Catania. Nonostante le origini niscemesi e una militanza nel WWF siciliano, l’assessore non si oppose all’insediamento del sistema satellitare all’interno della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria.

A quanto è dato sapere, il MUOS di Niscemi è costato fino ad oggi 63 milioni di dollari. Milioni di dollari che, ovviamente, gli americani non vogliono che siano buttati al vento, pregiudicando – cosa per loro ben più importante – l’operatività dell’intero sistema.

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