A Catania gli yankee ci pigliano in giro

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di Salvo Barbagallo

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La dignità di una città può essere “oltraggiata” da chi la governa? E’ un interrogativo che si pongono in tanti a Catania, ogni qual volta si dà notizia che “militari” statunitensi di stanza a Sigonella vengono a “ripulire” le sporcizie del capoluogo etneo. Si dà notizia di “eventi” di questo genere come se si trattasse di qualcosa di straordinario o di “ben fatto”, senza poi curarsi minimamente che questo tipo di “evento” offende (o dovrebbe offendere) la dignità della collettività. O, ancora peggio, ritenere che il comparto apposito del Comune di Catania (la cosiddetta Nettezza Urbana) non fosse in grado di ottemperare ai compiti istituzionali (per i quali vengono pagati decine di addetti), e quindi si accoglie di buon grado la “manovalanza” made in USA.

sigIl nostro giornale ha segnalato in diverse (identiche) circostanze quella che ritiene una “anomalia” della pubblica amministrazione, ma evidentemente la questione non è considerata rilevante, oppure, e sarebbe ancora più grave, la straordinarietà della “prestazione d’opera” viene ritenuta come “dovuta” quale “contraccambio” della cinquantennale presenza militare statunitense nel territorio siciliano, Sigonella, nel caso in specie. Una contropartita? Come dire: noi americani stiamo in questo luogo e vi ripaghiamo per la nostra presenza spedendovi (a titolo gratuito), di tanto in tanto, una decina di marines che, invece di fare la guerra, spazzano le porcherie che gli stessi catanesi lasciano in giro nella loro città. Si tratta di un “accordo occulto” per caso? Se così fosse (ma non lo crediamo), qualcuno ci avrebbe “venduti” per poco, veramente poco.

sig3Allora, si dà “clamore” ai marines che spazzano i rifiuti e si dimenticano i pericoli che comportano le agguerrite e sofisticate strutture belliche che ormai da anni abbiamo a pochi passi da casa, dai temibili droni Global Hawks al MUOS, e all’oscuro se nelle installazioni USA siano custoditi ordigni nucleari. Meraviglia, in realtà, l’indifferenza della collettività verso queste problematiche, indifferenza che potrebbe essere giustificata solo con l’ignoranza, nel senso che la collettività ignora ciò che non conosce. Una giustificazione che può valere (ma sino a un certo punto) per la gente comune, ma non per chi amministra Catania: il sindaco Enzo Bianco non può ignorare ciò che sicuramente conosce, visti gli alti incarichi istituzionali che ha ricoperto in precedenza, da ministro dell’Interno a presidente per cinque anni del Copaco (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti). Vuol dire che per lui è tutto “ok”? Non sappiamo se questa è la sua opinione. Ma da primo cittadino, Enzo Bianco non dovrebbe permettere che alcuni marines volontariamente vengano periodicamente a fare pulizia nella sua città.

sig1E’ indubbiamente vero che se non fosse per questi eventi estemporanei (e reclamizzati) la cittadinanza non si accorgerebbe della presenza armata straniera che ha dietro l’angolo: sono passati, infatti, i tempi in cui qualche marines si faceva cogliere ubriaco dalla polizia fuori da una bettola o da una discoteca, o coinvolto in incidenti d’auto sulla strada per Sigonella perché in preda all’alcool. Ora la presenza degli yankee è soft, molto soft, quasi invisibile, come invisibile è l’attività dei Global Hawks che non si sa dove vanno e cosa fanno. Potremmo definire invisibile la presenza statunitense nei nostri territori, e tale rimarrebbe se non fossero note (a chi di dovere) le numerose installazioni belliche e i grandi investimenti (decine e decine di miliardi di dollari) che per queste strutture stabili (a Sigonella, Niscemi e Augusta, in special modo) gli USA hanno effettuato in Sicilia. Il contraccambio dato ai Siciliani è quello di un manipolo di marines che viene a fare pulizia a Catania? Ci piacerebbe che il sindaco Enzo Bianco rispondesse a questo interrogativo, ma siamo (quasi) sicuri che non lo farà. Siamo sicuri (cento per cento), invece, che tutti, Enzo Bianco e yankee compresi, ci prendano serenamente in giro.

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