Esercitazione NATO: fantasmi di guerra in Sicilia

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di Salvo Barbagallo

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Per come è dispiegata in quasi tutti i territori dell’UE, l’esercitazione aeronavale e terrestre Trident Juncture si muove nella riservatezza dei fantasmi: c’è ma, alla fine, si nota poco, tenuto conto anche probabilmente che la strategia delle operazioni deve apparire (se pur nelle simulazioni) “indolore”.

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tri1Dall’apertura ufficiale a Trapani il 19 ottobre scorso trentaseimila militari di 28 Paesi (tutti quelli della Nato più Finlandia, Svezia, Ucraina, Austria, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Australia), 140 aerei e 60 navi sono in azione in quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea, dal Portogallo alla Spagna, dall’Oceano Atlantico al Mediterraneo, con la partecipazione di. Paesi osservatori come Brasile, Messico, Colombia. Inoltre, diverse organizzazione non governative e organizzazioni umanitarie e, per la prima volta, anche di industrie internazionali della difesa.

Lo scalo militare di Trapani Birgi ospita la prima fase operativa dell’esercitazione che vede impegnati 700 militari, 200 dei quali stranieri, presenti sulle piste 10 Eurofighter Typhoon, 7 Tornado, 4 AMX, un velivolo teleguidato Predator, un cargo C-130 e un C-27J, un tanker KC-767A e 4 elicotteri, mentre alla fonda c’è la fregata Zeffiro. Complessivamente Trident Juncture impegna 4 mila militari italiani: unità dell’Esercito delle brigate Folgore e Sassari, del Reggimento Lagunari, di artiglieria e artiglieria contraerea e del Genio oltre a 5 elicotteri Mangusta e NH-90. La leadership delle operazioni viene assunta alternativamente da Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Polonia e Spagna. Le forze aeree, di terra, di mare ed i corpi speciali operano simultaneamente in differenti località e sotto la guida di diversi Quartier Generali, per addestrarsi in un complesso scenario per migliorare l’ampio spettro delle capacità dell’Alleanza. Trapani Birgi è, dunque, uno degli scenari italiani più coinvolti nelle esercitazioni, assieme a Capo Teulada (Sardegna) per l’Esercito, le acque del Mediterraneo centrale per la Marina, con apporti aerei da Grosseto, Pisa, Amendola (Foggia), Decimomannu (Sardegna).

triDense di significato le parole pronunciate nel corso della presentazione della Trident Juncture a Trapani dal vice segretario generale della Nato, l’ambasciatore Alexander Vershbow, che ha tenuto a sottolineare che “non è un’esercitazione che ha per avversario la Russia” anche se la simulazione riguarda l’intervento della NATO a soccorso di un Paese invaso e di un altro minacciato da un “aggressore” che ricorda la Russia o almeno il modo in cui la NATO percepisce la Russia dopo la crisi ucraina. E Vershbow ha aggiunto: “Garantire il pronto intervento delle forze Nato è una sfida, diventa sempre più importante”, considerando che “ora siamo in una situazione più pericolosa: la Russia supporta i separatisti in Ucraina, c’è il problema Siria, poi la Libia, e Stati che hanno aperto le porte al terrorismo”. Altrettanto significative le affermazioni del generale Pasquale Preziosa, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana: “L’Aeronautica Militare è una componente importante dell’Alleanza e per questa esercitazione – che abbraccia Italia, Spagna e Portogallo – Trapani è un punto di riferimento per tutte le operazioni aeree, un riferimento affidabile per la Nato in termini geo-strategici come ha dimostrato anche l’operazione Unified Protector sulla Libia nel 2011″.

tri2Non mancano le proteste in tutta Italia. In Sardegna l’attenzione per la Trident Juncture è talmente alta che alcuni gruppi parlamentari, politicamente divergenti tra loro, si sono uniti richiedendo l’intervento al Senato del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, al fine di riferire sulla situazione e sugli effetti dell’esercitazione sul territorio, sulla popolazione e sull’economia. In una nota congiunta, i senatori sardi Luciano Uras (Sel), Emilio Floris (Forza Italia) e Silvio Lai (Pd) ben comprendono “il valore politico di quanto sta accadendo in ragione delle tensioni che insistono sul Mediterraneo, la tragedia Siriana, il dilagare dell’Isis, il coinvolgimento diretto della Russia nelle attività militari di contrasto al Califfato” ma, aggiungono, “la Sardegna non può pagare un prezzo così alto per la difesa della comunità internazionale ed essere trascurata dallo Stato”. A Napoli giorni addietro migliaia di persone sono scese in piazza per protestare, un raduno regionale si terrà il prossimo 31 ottobre a Marsala, ora è in preparazione un movimento di protesta che coinvolge tutta la Sicilia, che unisce Trapani a Niscemi. Unica voce politica che si è alzata (almeno sino ad ora) per dire “no” alla Nato, alla guerra e alle esercitazioni militari è quella di Vincenzo Maurizio Santangelo, senatore del Movimento 5 Stelle. Rosario Crocetta & gli altri sono affaccendati in tutt’altre “faccende” e, di certo, non hanno tempo per occuparsi di questioni belliche internazionali: al presidente della Regione Siciliana & agli altri sono sufficienti le guerre interne, quelle che combattono tra loro ogni giorno.

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