di Guido Di Stefano
In Sicilia “si recita a soggetto” e non solo “questa sera”, come ha scritto il nostro sommo Luigi Pirandello, ma sempre. E’ un infinito palcoscenico la Sicilia, fatto di cielo, mare, terra, sottosuolo e tutte le ricchezze originarie nonché le “disgrazie” acquisite. In senso figurato si può affermare che molti improvvisatori si spostano (scientemente o meno) senza vedere e senza sentire tra pascoli “opimi”, morenti comunità, prati pianeggianti , chine viscide, campi minati; e camminando calcano questa meravigliosa terra (o ne solcano cielo e mare) senza comprendere quale grande ricchezza essa è e quali grandi tesori racchiude nel suo grembo.
Troppi si credono onnipotenti e grandi attori: ma non sanno andare avanti senza copione, non sanno costruire come fecero i grandi del passato; quei grandi che avevano una perfetta visione geopolitica della Sicilia e fecero la storia del Mediterraneo, potenti tra i potenti, lungimiranti tra i lungimiranti, saggi tra i saggi, ricchi tra i ricchi, umani tra gli umani.
Ci hanno tarpato le ali, ci opprimono, ci infangano incessantemente, complici diversi figli “indegni” di cotanta madre: offendono noi (loro fratelli) e la loro bellissima madre attaccando etichette e bottoni a sproposito e a volte riproponendo tutte le “nequizie” con cui si dilettano gli “altri”, soprattutto se famelici predoni. E perché lo fanno? Per qualche libro, qualche copia, qualche compiaciuto sorriso, qualche poltrona, qualche denaro in più. Dove sono finiti l’orgoglio, la dignità, l’onore? Esistono ancora in occidente? Chissà! Intanto è chiaro che molti hanno sostituito l’onore con gli “onori” e relegato orgoglio e dignità tra gli “oneri improduttivi”.
Però è veramente gratificante quando dall’esterno ci dedicano gli elogi: dall’estero e dalla stessa Italia. Citiamo un solo esempio: il compianto Giovanni Spadolini parlava della Sicilia per decantarne il valore, lo splendore, lo stupore abbagliante.
Rivivesse ora il Pirandello certamente “sublimerebbe” con i suoi scritti le quotidiane tragedie dei Siciliani. Magari parlerebbe a noi e al mondo con una raccolta di opere del terzo millennio, dilettevoli e struggenti insieme, nelle quali tramandare ai posteri la bellezza della madre patria, mai veramente “unita”. Già perché Pirandello lo ha anche scritto (mirabilmente in “chiaro” e in “velato” insieme) che in Sicilia era rimasto qualche angolo di “extraterritorialità” (di albionica ragione senz’altro e di indigeno diritto probabilmente), forse per distrazione o convenienza della corona e governi succedutisi (a Roma). E perché ora Roma ha ceduto (forse con l’acquiescenza di Palermo) la sovranità incontrastata su cieli, acque, parte delle terre e dei sottosuoli agli yankee, velando il tutto con le evanescenti vesti della NATO (in altri tempi si sarebbe parlato di “mentite” spoglie).
Alla recita a soggetto succedono cento (non sei) “personaggi in cerca di autore”, per cedere poi la scena a “uno, nessuno e centomila”: uno che si auto-elogia e riempie la scena, nessuno che progetti il domani, centomila che interferiscono e aggrediscono da ogni dove e cioè dall’isola, dall’Italia, dall’UE, dalla NATO, dall’occidente, dagli USA, dall’inferno. Il caos distruttivo è assicurato.
Se tutti i responsabili (o vogliamo chiamarli attori?) locali o esteri (romani, bruxelliani) studiassero la storia e analizzassero senza “paraocchi e paraorecchie” la situazione mediterranea e mondiale capirebbero l’esatto valore geopolitico della Sicilia. Con l’isola valorizzata e rispettata una UE con la schiena dritta sarebbe una potenza “polare” nel mondo. Altrimenti l’Europa sarà solo un vaso di coccio tra vasi di ferro (USA, Africa, nascente Hearth-land , Medio Oriente …).
I risultati isolani dicono tutto: una sequenza sismica ha travolto (e continua a travolgere) province, formazione, sanità, acque, rifiuti, territorio (anche marino, ricordiamo la non adesione alla richiesta di referendum di 10 regioni), risorse minerarie ed energetiche, godimento di privilegi “contra-legem” e (altro dramma) le dissanguate finanze regionali. Manca solo un maremoto che spazzi via tutto, anche le macerie!
Certo, si agita il bilancio regionale! I capitoli nascono, crescono, muoiono con continuità senza badare alle stagioni.
Scorriamo un poco le pubblicazioni nei giorni 12-13-14-15-16 ottobre nel sito istituzionale del “Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione”.
Assistiamo intanto alla nascita di qualche nuovo capitolo.
Il D.D.G. 2329 del giorno 12/10/2015 Pubblicato il giorno 12/10/2015 alle ore 12.52 – tratta l’ istituzione capitolo 4994 e tra l’altro parla di euro 422.200,40 (in conto residui sul capitolo di entrata 4994) quale somma del prefinanziamento nell’ambito del progetto LIFE10 NAT/IT/00237 “azioni per salvare Zelkova sicula dall’estinzione” (il capitolo di nuova istituzione contiene le ASSEGNAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO ZELKOV@ZIONE DEL PROGRAMMA LIFE+ CODICI : 02.15.01 – 22– V).
Il D.D.G. 2363 del giorno 14/10/2015 Pubblicato il giorno 15/10/2015 alle ore 12.52 – si interessa della istituzione dei capitoli entrata 3466-3467-3543-3618 – Dip. famiglia e 3634-3657 Dip. Lavoro. I soldi arriveranno!
In relazione ai decreti di variazione di bilancio la settimana (12-15 ottobre) è stata molto cauta!
Come “residuali” delle produzioni del periodo 5-8 ottobre troviamo pubblicati poco più di Euro 460.000,00.
E nei decreti prodotti e pubblicati nella settimana testè trascorsa la somma delle variazioni supera di poco gli Euro 10.980.000,00.
Probabilmente il ridotto movimento è imputabile a una “pausa di riflessione”: almeno lo speriamo. In ogni caso siamo riusciti a salvaguardare gli interessi bancari con D.D.S. n. 2339 del 13.10.2015 (non tratta variazioni) che impegna la spesa di euro 2.320.145,57 a favore di Deutsche Bank AG per pagamento rata swap scadente al 31.12.2015. – pubblicato il 13 ottobre alle ore 16.29.
Dopo, i nostri dominatori, reciteranno “Ognuno a suo modo”? Sarebbe già molto positivo se sapessero recitare i tre drammi di Pirandello!
Con mal tolleriamo che degli ingrati figli, sempre attivi nello speculare sulle disgrazie della madre, vogliano costringerci a leggere “Il fu Statuto Speciale”. Ma detti signori hanno letto veramente Pirandello, Verga, Capuana, Currenti, Calì e altri? Quanto amore, quanti sogni, quante speranze, quanto dolore!