La lezione di Marino per l’Italia che non c’è

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di Salvo Barbagallo

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No, l’Italia non è l’Iraq né la Siria. No, in Italia non sbarcheranno i marines (tanto già ci sono) per abbattere i Saddam Hussein o i Muammar Gheddafi o i Bashar Al Assad di turno, non ci saranno interventi armati (gli armati stranieri già sono in casa nostra con le loro armi micidiali). Nessuno tenterà di abbattere il Renzi di turno perché coloro che potrebbero farlo sono quelli che lo hanno collocato nel posto che volevano con programmata determinazione. Nessuno toglierà di mezzo il Renzi di turno perché è uno strumento (un banale “strumento”) che serve (?), e il Renzi di turno ne è talmente consapevole che si gloria e si beatifica per il ruolo assegnatogli.

La “lezione” di Marino (fin troppo nota) non dirà e significherà nulla per gli Italiani: in questo Paese ormai (e chissà per quanto tempo ancora) è in vigore la legge dell’adattamento e si preferiscono rispettare le regole dell’opportunismo perché i cosiddetti privilegiati ci guadagnano sempre e chi non è “privilegiato” aspira ad esserlo. Quantomeno per una questione di “opportunità”.

Allora? Allora, niente… Si sta a guardare, forse senza potere curare le pesanti ferite inferte a questo Paese che, probabilmente, meritava qualcosa di più, così come milioni e milioni di italiani si attendevano.

Il “Caso” Marino? … Ma non è un “caso”, e guai a identificarlo come tale: Marino (e la sua “fine”) rispecchiano la “normalità” di un modo “politico” d’agire che, tutto sommato, non rientra nel Dna nazionale (oppure ci sbagliamo?), ma è stato importato (importato o imposto?) da entità che vivono in mondi “terreni” estranei. Ed è superfluo andare a ricercare le origini (tanto non servirebbe a nulla) perché ogni essere pensante può dare l’interpretazione che vuole. Marino eletto da una collettività viene scalzato dallo stesso partito (il Pd) che lo aveva creato: lo stesso Pd che (almeno ufficialmente) ha creato il premier Matteo Renzi giunto alla sua alta carica senza essere stato eletto dalla collettività. Lo stesso Pd che –  come sostiene lo stesso Marino – è “un partito che non rispetta la democrazia”. Un partito che in questa azione (solo in questa?) di defenestrazione viene appoggiato dal Vaticano, uno Stato nello Stato, uno Stato il cui capo (ovviamente il Pontefice che dovrebbe occuparsi di “religione”, cioè della cura delle anime, anziché di affari terreni) si intromette prepotentemente nelle storie della politica, indirizzando e “influenzando” gli ingenui che credono ancora nei messaggi divini.

Certo, quando in futuro qualche illustre o sconosciuto saggista tratterà questo periodo che sta vivendo l’Italia, sarà costretto a porsi innumerevoli interrogativi sulle vicende che hanno portato alla conclusione della sindaca tura romana di Marino e, alla fine, è verosimile che comprenderà ben poco di quanto è accaduto in questo Paese. Eppure lo scenario è chiaro e chi intravede soltanto i lati oscuri rischia di essere etichettato come sovversivo.

Forse i Togliatti e i Berlinguer potrebbero applaudire vedendo un Pd al potere, ma sbaglierebbero anche loro perché il Pd odierno nulla ha a che vedere con il Pci o il “comunismo” di un tempo aggrappato, nel bene e nel male, giustamente o erroneamente (a seconda dei punti di vista) a una “ideologia”: Matteo Renzi e chi lo segue non hanno mai perseguito o tentato di perseguire gli obbiettivi dei loro “antenati” se non esclusivamente per quanto concerne la conquista del potere. E il potere Matteo Renzi e i suoi seguaci lo hanno conquistato, ma come “strumenti” di altri, di quelli che non appaiono, che sono quelli che determinano le sorti di molti Paesi, Italia compresa.

Comunque (volente o nolente) l’Italia non c’è e, prima o poi pochi, molti, moltissimi si accorgeranno di questa amara realtà e, forse, solo allora pochi, molti, moltissimi prenderanno coscienza di questo stato di cose. Ma (forse) non cambierà nulla lo stesso… Questa la “lezione” che lascia Marino non soltanto ai romani?

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One Thought to “La lezione di Marino per l’Italia che non c’è”

  1. nino

    azzeccato: “gli ingenui che credono ancora nei messaggi divini” w il papa che con il suo piccolo-grande stato vuole essere alla pari di Putin, il manovratore (capace) del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. Per quanto riguarda Renzi e Marini anche loro vittime degli innominati.

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