Mare Monstrum: “In mare tra la vita e la morte”

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di Nello Cristaudo

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Un interessante incontro intitolato “In mare tra la vita e la morte”, organizzato dalla diocesi di Livorno, in occasione della presentazione del libro “Mare Monstrum” della giornalista Cristina Giudici, si è svolto nei giorni scorsi. All’importante meeting hanno preso parte il sostituto procuratore di Siracusa Antonio Nicastro, il commissario alla Procura di Siracusa Carlo Parini, il Tenente di Vascello della Guardia Costiera di Augusta  Paolo Pisano e don Giovanni Salvia Cappellano militare di Sigonella e della direzione marittima di Catania. I protagonisti della struttura organizzativa dei soccorsi, meglio conosciuta come Mare Nostrum, a dispetto d quanti si aspettavano una mera elencazione di numeri statistici sui migranti, sui costi e sulle operazioni effettuate, hanno posto l’accento sull’aspetto umano della vicenda coniugando la mera applicazione delle norme sulla clandestinità e sul rifugio concesso ai profughi politici con le esigenze altruiste e di solidarietà scaturenti da una circostanza che assume sempre più caratteri sovranazionali.

Un volto umano, quindi, degli operatori della legge che, malgrado tutto, rendono le brillanti operazioni di intelligence e di legalità  come l’arresto degli scafisti, diverse connotandole di un sapore e di una luce nuova: quella di coloro che si prodigano nello spirito evangelico della carità.

Il profondo sentimento di altruismo verso questi uomini, donne e bambini in fuga da territori dove imperversa la violenza e la brutalità, in alcuni casi, contro tutto e contro tutti, ebbene, questo senso umanitario è stato il comune denominatore che ha unito tutti gli oratori e che il libro di Cristina Giudici li ha resi protagonisti,  parlando soprattutto  della tragicità del ritrovamento di cadaveri a bordo dei barconi o in mare: proprio in questi casi si fa forte il senso di solidarietà di questi uomini  che hanno l’ingrato compito di soccorrere i superstiti cercando di lenire  le loro sofferenze, ma anche la profonda collaborazione che ha portato alla nascita di una grande, rispettosa reciproca amicizia fra tutti i responsabili dei soccorsi, che è riuscita a contagiare il folto pubblico presente, fra i quali padre Emilio Kolacyzk responsabile ufficio migrantes di Livorno, padre Michele Sigillino cappellano delle carceri di Livorno ed una rappresentanza delle forze dell’ordine.

Don Giovanni Salvia, ha posto l’accento sulla sua esperienza semestrale di cappellano militare a Lampedusa  vissuta come servizio per gli ultimi nella carità verso i fratelli più poveri. Inoltre, ha parlato del contributo che i cappellani della Sicilia hanno dato e continuano a fornire nel sostegno spirituale, morale ed umano al personale impegnato in Mare Nostrum, nella fattiva collaborazione e disponibilità con la Chiesa locale agrigentina. Molto toccante il racconto  fatto dal cappellano di quel tragico 3 ottobre 2013, dove oltre 300 uomini persero la vita in mare: episodi raccolti nella sua esperienza di sacerdote che vivendo quei luoghi, riusciva a raccogliere le testimonianze dei sommozzatori e dei militari impegnati in quell’operazione, specialmente quando si ritrovavano nei locali mensa divenuto “il luogo più favorevole per un contatto umano, mangiando e familiarizzando con i militari delle varie forze armate e di polizia”.

L’assenza della classe politica al convegno, a testimonianza di quanto effettivamente stia a cuore il problema, è stata sottolineata dal vescovo Simone Giusti, che ha evidenziato come pur essendo l’Italia al primo posto nella qualità e nell’efficacia dei soccorsi, sia agli ultimi posti riguardo all’accoglienza.

I racconti ascoltati da parte dei superstiti migranti si fanno sempre più drammatici e rimette al centro dell’attenzione le relazioni tra l’Europa ed i paesi che si affacciano sul mediterraneo oltre alla nuova pista mediorientale con Turchia e Grecia in primis. Bruxelles non può rimanere inerte dinnanzi a un siffatto dramma e politiche di accoglienza e di sostegno agli stati che si sobbarcano il peso delle migrazioni devono essere attuate subito, senza tenere in conto le becere logiche economiche di alcuni stati membri dell’Unione Europea che non devono prevalere mai sulla vita umana.

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