Migranti, profughi? E chi li ricorda più…

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di Salvo Barbagallo

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La tragedia dei migranti/profughi che fuggono dalla loro Terra in guerra? E chi la ricorda più? I mass media, infatti, hanno ben altro da mettere in primo piano. Dopo le vicende che hanno visto protagonista l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, ecco che agli onori della cronaca ci sono ora le “faccende” di Casa-Vaticano, con imbrogli presunti o tali messi in luce da una fuga di notizie che ha portato due arresti eccellenti (monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, in passato rispettivamente segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo) e posto nell’occhio del ciclone due giornalisti-scrittori  (Gianluigi Nuzzi e Paolo Gabriele) rei d’avere pubblicato due libri sulle storie occulte proprio del Vaticano (il primo “Via Crucis”, l’altro “Avarizia”). La querelle sicuramente terrà le prime pagine dei giornali per qualche giorno, poi si sgonfierà e sarà soppiantata quasi altrettanto sicuramente dal processo di Mafia Capitale, o da qualche altra “prima visione” dell’ultima ora.

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E allora, i migranti-profughi? Una nota – confusa fra le mille e mille notizie del giorno – ci informa che sono stati oltre 218 mila i migranti in cerca di una nuova patria che hanno attraversato il Mediterraneo nel solo mese di ottobre: si è raggiunto un nuovo record! La notizia è stata diramata dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Unhcr, che ha fatto notare che il numero totale di arrivi del mese di ottobre è sostanzialmente uguale agli arrivi complessivi di tutti i 12 mesi del 2014. La nota non specifica dove siano andati a finire questi fuggitivi, quanti di loro siano riusciti a raggiungere le coste della Sicilia e, quindi, l’Europa. Non impressiona più neanche il numero delle vittime, nella maggior parte dei casi bambini che finiscono in fondo al mare. Diversi Paesi europei hanno alzato barriere di vario tipo per bloccare i migranti. L’Austria per contrastare il flusso dei disperati ha deciso di inasprire le regole del diritto d’asilo e ha trovato l’accordo per garantire, a partire dal 15 novembre, asilo soltanto per tre anni. Dei centri di accoglienza profughi in Italia non si parla da tempo, il Cara Mineo è passato nel dimenticatoio e dell’indagine che doveva scoperchiare il verminaio si sono perse le tracce.

In compenso arrivano le minacce da Tripoli, il cui governo, come è noto, non è riconosciuto internazionalmente: il portavoce del parlamento di Tripoli minaccia: “L’Europa ci aiuti, oppure affitteremo delle barche e inizieremo a spedire i migranti verso le coste italiane”. L’altro governo libico, quello riconosciuto, giorni addietro minacciò l’Italia per la presunta “invasione” delle “sue” acque territoriali da parte di tre navi da guerra della Marina Militare Italiana. Presunto sconfinamento, a una cinquantina di miglia dalle coste di Bengasi, da quelle stesse coste cioè da dove si ritiene partano molti dei barconi di profughi diretti in Sicilia. Lo scorso anno dalla Libia sono approdati in Italia 170.000 migranti; quest’anno, quando pure molti fuggitivi hanno preferito la rotta balcanica, da gennaio a febbraio 130.000 profughi hanno lasciato le coste libiche dirette verso le coste del Paese. Qual è stato il destino di questi migliaia e migliaia di esseri umani?

L’argomento “profughi” viene tirato fuori ad orologeria: quando serve per distrarre l’attenzione da questioni più importanti, quasi sempre quando è utile far distogliere lo sguardo su quanto accade di realmente preoccupante in Italia.

 

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